Recensione su Il silenzio sul mare

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Le due facce del mare / 7 Luglio 2014 in Il silenzio sul mare

E’ un Kitano diverso quello visibile in questo film. Più poetico e sentimentale, se vogliamo. Più riflessivo e meno violento, per certi versi. E non è un Kitano che delude per questo. Anzi, stupisce positivamente.
Il mare si erge a simbolo della vita legata alla condizione umana. Affascinante e colma di numerosi significati. Ma può essere anche un’entità ostile, dotata di una certa crudeltà.
Ad impreziosire questa particolare storia, vi sono poi le belle ed ispirate musiche di Joe Hisaishi (un nome che è abbastanza noto per gli amanti dello Studio Ghibli).

4 commenti

  1. Stefania / 7 Luglio 2014

    Kitano bifronte 🙂

  2. Francesco / 7 Luglio 2014

    Sto cercando di recuperare le sue pellicole in ordine di produzione. Un film impostato in questo modo (soprattutto dopo aver visto Violent Cop e Boiling Point) non me l’aspettavo 😀

    • Stefania / 7 Luglio 2014

      Anch’io lo sto recuperando piano piano, però senza un criterio, il tuo approccio è molto più scientifico, eh eh!
      Io l’ho conosciuto con Zatoichi, una decina di anni fa, e poi ho recuperato gli altri titoli in maniera casuale, con estrema lentezza. Ogni volta, mi stupisce.

      • Francesco / 7 Luglio 2014

        Non so se sia degno di essere chiamato metodo in realtà @stefania 😀 . Alla fine lo faccio perchè se parto dal presupposto “Mi vedo qualcosa di X…da dove posso cominciare?” lo risolvo quasi sempre con la risposta “Dal suo primo lavoro”….così, se scelgo di continuare a vedere qualcosa, passo al secondo film, poi al terzo e così via.
        E’ un discorso comunque che faccio facilmente sulle filmografie poco sostanziose. Per contro, ad un regista con tipo 40 film all’attivo penso sempre due volte “Ho davvero il tempo e la voglia di vedermi tutto quello che ha fatto X?”

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