Recensione su Tejút

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poser. / 11 Settembre 2013 in Tejút

Un film Ungherese, un film che non è film.

Questa non è una pellicola, è un quadro e non lo nego, per apprezzare l’opera d’arte ho avuto bisogno di una seconda e più concentrata visione.
Il regista non usa la telecamera, il regista usa lo spettatore. Spettatore che diventa visitatore del Museo X. Perché questo è, un film-esposizione.
Esso va guardato come se fossimo in una esposizione privata dove ci muoviamo di scena in scena. Scene prive di qualsivoglia fil rouge, dove l’uomo si unisce all’ambiente, una vecchia muore in un parco giochi, un albero prende fuoco mentre due atleti sono impegnati nel loro allenamento in Mountain Bike.
Il regista scruta, suggerisce, usa l’inquadratura fissa (fastidiosa a tratti) e il campo lungo rendendo il pubblico partecipe di un grande gioco estetico.
Questo è Tejut, estetica.
Arte.

Grazie Alas Poor Gesù.

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