Tejút

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Tejút

Un minimalismo avanguardista, psichedelico, poetico, meditativo, in stile cartone animato del mondo moderno.

Titolo Originale: Tejút
Regia: Benedek Fliegauf
Sceneggiatura/Autore: Benedek Fliegauf
Produzione: Ungheria
Genere: Drammatico
Durata: 82 minuti

Dove vedere in streaming Tejút

poser. / 11 Settembre 2013 in Tejút

Un film Ungherese, un film che non è film.

Questa non è una pellicola, è un quadro e non lo nego, per apprezzare l’opera d’arte ho avuto bisogno di una seconda e più concentrata visione.
Il regista non usa la telecamera, il regista usa lo spettatore. Spettatore che diventa visitatore del Museo X. Perché questo è, un film-esposizione.
Esso va guardato come se fossimo in una esposizione privata dove ci muoviamo di scena in scena. Scene prive di qualsivoglia fil rouge, dove l’uomo si unisce all’ambiente, una vecchia muore in un parco giochi, un albero prende fuoco mentre due atleti sono impegnati nel loro allenamento in Mountain Bike.
Il regista scruta, suggerisce, usa l’inquadratura fissa (fastidiosa a tratti) e il campo lungo rendendo il pubblico partecipe di un grande gioco estetico.
Questo è Tejut, estetica.
Arte.

Grazie Alas Poor Gesù.

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Piano piano, sequenza per sequenza / 25 Agosto 2013 in Tejút

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

1: un pala eolica che gira vorticosamente. Buio. La pala è illuminata parzialmente. C’è un vento moderato. Si fa giorno. Le eliche continuano a girare. Implacabili
2: un campo coltivato. Una donna esce da una tenda posizionata in cima ad una collina. E’ l’alba. C’è un forte vento. La donna si allontana per fare pipì. Compiuti i suoi bisogni fisiologici, ritorna indietro. La tenda, però, si solleva e vola lontano. La donna e il suo compagno, che presumibilmente dormiva, la inseguono.
3: un fiume placido. Una barca. Vola in alto indifferente un uccello. Una carrozzella. Si sente il gemito di un bambino. Sensazione di pace. Passa una donna, scompare subito dall’inquadratura. La barca si avvicina lentamente a riva. Si sentono sciabordii sempre più vicini. Dalla barca scende un uomo che si dirige verso la carrozzina. Scompaiono entrambi dall’inquadratura. Poco dopo la carrozzina ricompare trainata da un altro uomo (o forse è lo stesso vestito diversamente). Poi solo il fiume.
4: un albero maestoso con un grande nido (cicogna?) Una montagnola serve da palestra ad un ciclista per allenarsi. Arriva un secondo ciclista. Si assiste alle loro evoluzioni. Non sono male! Nessuna nuova dal nido. Forse è stato abbandonato. Si sente sempre un forte vento e l’abbaiare di un cane. I ciclisti si immobilizzano a guardare non si sa bene cosa. Si sente il verso di un corvo. Si è forse impossessato del nido? Vai a saperlo. I ciclisti si allontanano. Si sente l’abbaiare di molti cani e qualche tuono.
5: una piscina trasparente. Due anziani sono immersi nell’acqua, quasi addormentati. Un uomo si tuffa e nuota sott’acqua. Sensazione di pace. Una donna con una orrenda cuffia entra nell’inquadratura, nuotando malissimo. Poi scompare. Un vecchio emette un lamento. Di piacere? Un fringuello canta in lontananza. Uno dei due vecchi si risveglia dal torpore e nuota raggiungendo la donna dalla brutta cuffia. Si aggrovigliano. Si sentono gemiti. L’altro è sempre immobile, in estasi. Non si accorge di nulla. I due, finito il coito, si immobilizzano. Poi la donna si allontana. Alla fine i due vecchi, nella posizione iniziale, continuano il dormiveglia. Ripassa il sub, che scompare subito.
6: un paesaggio antropizzato. Qualcuno non inquadrato intona un motivetto. Vento, sempre vento. Passa una macchina. Scende un uomo con un cappello e poi altri due. Scaricano dall’auto un grosso rotolo arancio, che viene srotolato. Lentamente, molto lentamente. Poi i due salgono in auto e si allontanano. Rimane il terzo uomo. Si siede. Il rotolo si gonfia autonomamente. Ne viene fuori un piccolo teatrino colorato. Qualcuno ridacchia (il bambino canterino?). Si sentono delle voci lontane. Soffia sempre il vento. Arriva un vecchio con una bambina. Pagano, si tolgono le scarpe e salgono sul teatrino gonfiabile. Si risente il motivetto
7: decine di container accatastati. Passa un uomo, intabarrato. Deve fare freddo. Si sentono dei rumori e il verso di un gabbiano. Arriva un operaio, che aprendo un container sparisce al suo interno. Ne esce con una valigia rigida. La fa vedere al primo uomo. Dal baule viene fuori una donna. Mezzo tramortita. Si allontana aiutata dall’uomo. L’operaio sparisce di nuovo dentro il container. Il gabbiano strepita. Non si sa cosa gli stia capitando. Ricompare l’operaio con un secondo baule. Ci sarà qualcuno dentro? In effetti si sentono dei colpi. Il baule e il suo contenuto vengono portati via. I colpi si intensificano. Poveretto!
8: una altalena in uno spiazzo condominiale. Una panchina. Si sente il cinguettio di qualche passeraceo. Arriva una vecchia arrancando. La donna si ferma per prendere fiato, poi, finalmente, raggiunge la panchina. Ha il fiatone. Poverina! È esausta. Si siede, ma non smette di ansimare. Gorgheggi. Fringuello? Vai a sapere! La vecchia non si riprende, ma, coraggiosamente, si alza e si incammina. Stramazzerà al suolo? Sì, è proprio stramazzata sul selciato in posizione fetale. La scena non è drammatica, però. Esce dal palazzo un uomo che si avvicina alla donna. La guarda attentamente, si china, la sollevava, e se la porta via. Altalena e panchina ora protagoniste assolute della scena.
9: una collinetta con un albero. Un piccolo cumulo di neve. Rumore di vento. Il cielo è nuvoloso. Passa un camion sgangherato. Si sente il verso di una tortora dal collare. Dal camion scende un ragazzo. Si avvicina alla neve. Scende anche un uomo con due grossi sacchi. Li depositano sul cumulo di neve. I sacchi, sistemati strategicamente, diventano un pupazzo di neve. Bruttissimo, a dire il vero. I due osservano il loro capolavoro. Il ragazzo cerca di abbellire il pupazzo con una sciarpa. Ma il risultato è scadente tanto che ne sembra consapevole, ma abbraccia lo stesso il pupazzo. Gli dice anche qualche parola all’orecchio. Poi lo lascia là, al suo destino e i due se ne vanno. Rimane il pupazzo, l’albero e la collinetta. Sembra proprio che a breve pioverà. La tortora lo sa. E strepita.
10: skyline di una cittadina di notte. Arriva una bambina che osserva il paesaggio. Muove su e giù la testa. Arriva un secondo bambino. I due fanno dei gesti, una specie di ginnastica. Si sente il miagolio di un gatto terrorizzato. I due improvvisano una specie di balletto. Sono bravi! Una splendida coreografia. Poi si allontanano. Rimane la cittadina. All’orizzonte.
Titoli di coda. Sfondo color latte, forse andato a male. Bella musica. Evocativa. Fine.
Se ho “spoilerato” me ne scuso!!
qui la “colonna sonora”.

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