13 Febbraio 2013
Ford pesca a piene mani dal vecchio romanzone di Llewellyn (che oggi campeggia ingiallito in ogni bancarella o robivecchi che si rispetti, fossile di un best-selling d’altri tempi) mettendo in scena la tragedia dei minatori gallesi a inizio secolo, in un mondo che volgeva verso l’industrializzazione spietata delle riduzioni salariali e dal licenziamento facile. Una fotografia nitida ed un cast di buoni attori dalla ciancicante parlata gallese (stendiamo un velo pietoso sul ridicolo doppiaggio italiano simil-meridionale, da taluni perfino celebrato…); bella e toccante la tormentata storia d’amore tra il pastore Gruffydd (Walter Pidgeon) e la giovane Angharad (Maureen O’Hara). Straordinario Donald Crisp nei panni del padre-patriarca, gran lavoratore, ferrea dignità e carattere, pezzo d’ onestuomo.
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