Rifkin's Festival

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Rifkin's Festival

Marito e moglie partono dagli Stati Uniti per la Spagna, per partecipare al famoso festival cinematografico di San Sebastian. I due hanno in progetto di trascorrere una bella vacanza, avvolti dal fascino del luogo e dalla bellezza del cinema.
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: Rifkin's Festival
Attori principali: Wallace Shawn, Gina Gershon, Louis Garrel, Elena Anaya, Enrique Arce, Steve Guttenberg, Christoph Waltz, Sergi López, Douglas McGrath, Georgina Amorós, Richard Kind, Nathalie Poza, Ben Temple, Andrea Trepat, Stephanie Figueira, Luz Cipriota, Godeliv Van den Brandt, Manu Fullola, Yan Tual, Nick Devlin, Natalia Dicenta, Damian Chapa, Bobby Slayton, Elena Sanz, Rick Zingale, Ken Appledorn, Karina Kolokolchykova, Nick Devlin, Carmen Salta, Itziar Castro, Yuri D. Brown, Cameron Hunter, Rose Harlean, Iñigo Etxebeste, Tammy Blanchard, Isabel García Lorca, Richard Carlow, Pablo Sevilla, Brian Flanagan, Sophie Sörensen, Linnea Larsdotter, Mostra tutti

Regia: Woody Allen
Sceneggiatura/Autore: Woody Allen
Colonna sonora: Stephane Wrembel
Fotografia: Vittorio Storaro
Costumi: Sonia Grande, Luca Menesatti
Produttore: Jaume Roures, Letty Aronson, Erika Aronson, Lorenzo Gangarossa, Mario Gianani, Lorenzo Mieli, Javier Méndez, Adam B. Stern
Produzione: Spagna, Usa
Genere: Commedia, Romantico
Durata: 92 minuti

Dove vedere in streaming Rifkin's Festival

Un film che sembra un epitaffio / 6 Settembre 2021 in Rifkin's Festival

Con Rifkin’s Festival, Woody Allen firma un film che sembra un epitaffio.

Approfittando di una bella gita in Europa (grazie a questo film, ho aggiunto San Sebastián alla lista dei posti da vedere almeno una volta nella vita), cita e omaggia alcuni dei suoi registi preferiti, si cita continuamente (sarà l’ambientazione spagnola, ma, per esempio, il tipo di relazione tra il personaggio di Elena Anaya e il pittore mi è sembrato proprio quello dei personaggi interpretati da Penelope Cruz e Bardem in Vicky Cristina Barcelona), parla dei film famosi che non gli piacciono (come ha già fatto nella sua biografia letteraria, A proposito di niente, 2020), parla della (e, in questo caso, con la) Morte, seppure per interposta persona (come ha già fatto in altre occasioni: la prima che mi viene in mente è Basta che funzioni), disserta di relazioni complicate con le donne.

Il risultato è un film convenzionalmente alleniano (il che non è un male) che, però, a dispetto di altri lavori del regista, appare così rilassato da non suscitare nessuna emozione particolare.
Personalmente, mi è sembrato il divertissement di un uomo che sta seriamente facendo i conti con gli anni che ci teneva a ribadire alcuni concetti a lui cari, ma altrove già espressi.
A suo modo, è un film gradevole, luminoso a dispetto degli argomenti crepuscolari che affronta (ordinatissima, se così posso definirla, la fotografia di Storaro), ma, in qualche modo, non necessario (il mio voto, forse un po’ inclemente, è dovuto soprattutto al fatto che, per me, rappresenta un surplus, nella filmografia di Allen).

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OLD BOY / 23 Agosto 2021 in Rifkin's Festival

“Rifkin’s Festival” non è altro che l’ennesima goccia nel mare magnum della filmografia Alleniana. Soliti temi, solite dinamiche, solito Allen stanco.
Se vogliamo è la versione più anziana del precedente “Un giorno di pioggia a New York”. Non è necessariamente un difetto visto che una delle cose meno funzionanti di “Un giorno di pioggia” era proprio l’attrito tra i giovani attori e le parole che gli uscivano dalla bocca. Ragazzi di vent’anni che parlavano come ex sessantottini oggi ultraottantenni. In “Rifkin’s Festival” l’età più matura dei protagonisti rende tutto più ricevibile.

Un ostacolo enorme in questo film è proprio ciò che accade al povero Rifkin. Se la relazione tra la moglie sessantenne di Rifkin e un giovane regista è plausibile, la relazione tra Rifkin e una giovane dottoressa spagnola assolutamente no. Il personaggio interpretato da Wallace Shawn oltre ad essere meno attraente di Woody Allen (possibile?) è anche poco intrigante come mente, come intellettuale. Non è stuzzicante sul piano intellettuale, non è un affabulatore tale da convincere una donna più giovane di lui di cinquant’anni a frequentarlo assiduamente. No, è un totale sconosciuto a forma di uomo tartaruga. Mi spiace, ma non funziona.

Apprezzabile l’omaggio ai grandi maestri del cinema europeo come Truffaut, Fellini, Brunuel, Bergman. Non capisco l’inserimento di Orson Welles in quest’ottica ma va bene così. Omaggi molto belli sotto il profilo tecnico, meno da quello narrativo.

Allen non può più fare meglio di così…il suo cinema è ormai stanco e questa ossessione di dover far uscire un film all’anno, tipo festa comandata, non lo aiuta a fare meglio. Un vero peccato perché in ogni film di Allen c’è una battuta brillante, puramente Alleniana, ma buttata in opere da poco e tutte uguali. Se solo potessimo rimuovere le battute migliori da dieci- quindici filmetti avremmo un nuovo capolavoro firmato Allen.

Voto: 5,9

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