Il conformista

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Il conformista

Tratto dall'omonimo romanzo di Alberto Moravia. Anni Trenta: mentre si trova in luna di miele a Parigi, il professor Marcello Clerici, fresco sposo di Giulia, deve rintracciare un suo vecchio insegnante di filosofia antifascista, Luca Quadri, che ha trovato riparo nella capitale francese. Marcello lavora per l'OVRA, e il suo compito è quello di avvicinare Quadri per ucciderlo. Lo aiuta nella sua missione un collega, Manganiello. A complicargli le cose, però, ci si mette la moglie di Quadri, l'affascinante Anna, di cui Marcello si innamora follemente. Nel 1971 Il conformista vinse il David di Donatello per il Miglior Film.
schizoidman ha scritto questa trama

Titolo Originale: Il conformista
Attori principali: Jean-Louis Trintignant, Stefania Sandrelli, Gastone Moschin, Dominique Sanda, Enzo Tarascio, Fosco Giachetti, José Quaglio, Yvonne Sanson, Milly, Antonio Maestri, Alessandro Haber, Luciano Rossi, Massimo Sarchielli, Pierangelo Civera, Giuseppe Addobbati, Christian Aligny, Carlo Gaddi, Umberto Silvestri, Furio Pellerani, Luigi Antonio Guerra, Orso Maria Guerrini, Pasquale Fortunato, Pierre Clémenti, Sergio Graziani, Rita Savagnone, Arturo Dominici, Giuseppe Rinaldi, Lydia Simoneschi, Gianni Amico, Joel Barcellos, Christian Belaygue, Benedetto Benedetti, Claudio Cappeli, Romano Costa, Marilyn Goldin, Marta Lado, Giorgio Pelloni, Filippo Perego, Gino Vagniluca, Mostra tutti

Regia: Bernardo Bertolucci
Sceneggiatura/Autore: Bernardo Bertolucci
Colonna sonora: Georges Delerue
Fotografia: Vittorio Storaro
Costumi: Gitt Magrini
Produttore: Giovanni Bertolucci, Maurizio Lodi-Fè
Produzione: Italia, Francia, Germania
Genere: Drammatico, Storia
Durata: 108 minuti

Dove vedere in streaming Il conformista

Il lacerante conflitto tra desiderio e razionalità. / 25 Ottobre 2014 in Il conformista

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Di Bertolucci, finora, ho visto pochissimo e Il conformista, scelto quasi per caso per una visione casalinga, senza alcuna preparazione accessoria (non ho letto neppure l’omonimo romanzo di Moravia da cui è stato tratto), mi ha colpito molto e positivamente, affascinandomi per la sua estetica e per la splendida fotografia di Storaro.
Non è la prima volta che il nazifascismo viene rappresentato cinematograficamente come apologia decadentista, con marcati risvolti psicanalitici legati alla sfera sessuale, quindi Bertolucci, insistendo su questo aspetto del racconto, non propone alcunché di inedito.
Eppure, la ricchezza visiva, accentuata da una splendida opulenza di luci, superfici, carni, elementi architettonici esplora una dimensione fatta di pura psiche e senso estetico di derivazione plastico-pittorica che mi è parsa davvero pregevole, quantomai affascinante.

Si badi bene: quest’opera di Bertolucci non è solo un esercizio di ottima fotografia: Il conformista è un film narrativamente complesso, un continuo alternarsi di chiaroscuri, sotteso da una certa ironia e da un inaspettato gusto per il “buffo” e, all’estremo, per l’atroce che lo caratterizzano prepotentemente.
L’evidente complesso edipico del protagonista, Marcello (un eccellente Trintignant), è alla base di detta decadenza, una condizione mentale che si riflette in ogni dettaglio della sua vita e che fa il paio con la situazione sociopolitica europea del tempo.
Fin dall’infanzia, Marcello si sente diverso da chiunque altro ed egli non riesce a sopportare la propria alienazione, pur non mostrando sempre apertamente il viscerale disgusto per tale diversità.
Questa insofferenza emerge solo a tratti: quando, per esempio, si lamenta delle condizioni della villa in cui vive con la madre (“Come si fa a crescere in un posto del genere? Questa decadenza mi dà la nausea”), oppure quando ricorda il momento-chiave della sua pubertà, l’abuso subìto.
Marcello cela il proprio disagio dietro un educato cinismo ed alla reiterata dichiarazione di voler essere conforme al resto della società.
“E, poi, com’è stata la sua vita sessuale?”, gli domanda morbosamente curioso il prete confessore. “Normale. Il bordello a diciott’anni [ecc.]”.

La prassi sociale, l’allineamento, l’aderenza ad ideali, come quelli del fascismo, che, in realtà, egli non accetta, non comprende e, addirittura, rifiuta con violenza (si vedano le domande inquisitorie, cattive, fatte al padre, ex-squadrista, chiuso in manicomio, forse minato dal rimorso per aver ceduto anch’egli al desiderio di “conformità”, più che dalla follia sifilitica) sono la sua massima ambizione e sembra porsi in antitesi al mito dell’unicuum, del superuomo che, solitario, guida animi e nazioni.
Quello di Marcello è un conflitto lacerante tra desiderio e razionalità, un compromesso irraggiungibile che lo trasforma in carnefice, finalmente omologato ma comunque infelice.

Ho saputo che il ruolo della Sandrelli (bravissima) era stato proposto a Florinda Bolkan: davvero non riesco ad immaginare come un’altra attrice avrebbe saputo incarnare la svanita leggerezza con cui Giulia affronta la vita, in maniera conforme a ciò che Marcello agogna.

Grande cinema italiano.

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13 Dicembre 2013 in Il conformista

Quando si torneranno a fare film come questi in Italia? Regia incantevole, interpreti straordinari. Il Conformista fa parte del periodo più “politico” di Bertolucci che con il personaggio di Clementi descrive la meschinità di un’intera nazione. Che il cinema italiano fosse in salute lo si capisce dalle innumerevoli scene da antologia.