Tutti i battiti del mio cuore

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Tutti i battiti del mio cuore

Come suo padre, Thom si occupa in maniera poco lecita di transazioni immobiliari, insieme a due colleghi, ma improvvisamente riscopre la perduta passione per il pianoforte, acquisita dalla madre scomparsa, una nota concertista francese.
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: De battre mon cœur s'est arrêté
Attori principali: Romain Duris, Niels Arestrup, Jonathan Zaccaï, Gilles Cohen, Linh-Dan Pham, Aure Atika, Emmanuelle Devos, Anton Yakovlev, Mélanie Laurent, Agnès Aubé, Etienne Dirand, Denis Falgoux, Serge Onteniente, Sandy Whitelaw, Emmanuel Finkiel, Jian-Zhang, Omar Habib, Jamal Djabou, Vladislav Galard, Walter Shnorkell, Marianne Puech, Alphonse Cemin, David Birgé-Cotte, Estelle Brattesani, Justine Le Pottier, Mostra tutti

Regia: Jacques Audiard
Sceneggiatura/Autore: Tonino Benacquista, Jacques Audiard
Colonna sonora: Alexandre Desplat
Fotografia: Stéphane Fontaine
Costumi: Virginie Montel
Produttore: Pascal Caucheteux
Produzione: Francia
Genere: Drammatico
Durata: 107 minuti

Dove vedere in streaming Tutti i battiti del mio cuore

La mazza e lo spartito / 23 Gennaio 2018 in Tutti i battiti del mio cuore

Trovo che Audiard sia davvero un grande regista, dotato di una rara e singolare capacità inventiva. Qui la sua sorprendente narrazione visiva e sonora si avvale di almeno due ottime interpretazioni, quella del protagonista Romain Duris e dell’affascinante Neils Arestrup (uno di quei volti scolpiti, da cinema d’impatto). Criminalità e vocazione musicale, amore e odio tra padre e figlio, lealtà e tradimento si scontrano nella mente e nel cuore del duro Thomas. Il film sembra a tratti un laboratorio di buone idee, tutto risulterà più fluido e magnetico con lo straordinario Il Profeta.

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Cuore di tenebra / 18 Febbraio 2014 in Tutti i battiti del mio cuore

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Quello di Thom è un personaggio difficile e complesso: egli è torbido, poco lineare, ambiguo. Le sue relazioni interpersonali sono dissimulate, fisiche, materiali, letteralmente nervose: prima, cela il sentimento per la moglie del collega e, poi, pur dicendo di amarla, ha un rapporto, pur fugace, con la ragazza del boss; controlla a fatica i sentimenti contrastanti nei confronti del padre; non è in grado di riscattare sé stesso dal controllo fisico e psicologico che esercitano su di lui i colleghi; ecc. Ciò si riflette sulla sua abilità al pianoforte, limitata nel momento topico.

Le immagini conclusive, in cui la sua natura duale è meravigliosamente rappresentata dall’aspetto delle mani (inutili, perché non non sono in grado di esprimere né il suo senso dell’arte, né sono state in grado di concretizzare il suo folle desiderio di vendetta) che, insanguinate e ferite, mimano passaggi al pianoforte, sono tra le più azzeccate del film.

Brevissima apparizione per una giovane Mélanie Laurent.

Nota personale: il titolo italiano è un obbrobrio. Che te lo dico a fare, oltre a richiamare una commedia adolescenziale, snatura il senso del titolo francese originale, ispirato ad un passaggio di una canzone di Jacques Dutronc che colgo l’occasione di farvi ascoltare: http://bit.ly/2rA6xIU
(non a caso, nota di merito per il bel commento musicale di Desplat e per la colonna sonora)

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