Recensione su Jean-Claude Van Johnson

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serie tvJean-Claude Van Johnson
Creata da:

Van Damme autoironico / 14 Novembre 2018 in Jean-Claude Van Johnson

La serie tv Amazon Jean-Claude Van Johnson, creata e co-sceneggiata da Dave Callaham (saga de I mercenari) e co-prodotta da Ridley Scott, è una roba assurda, a tratti esilarante, che gioca interamente sull’autoironia del suo protagonista, Jean-Claude Van Damme.
Mischiando realtà e finzione, il noto attore belga, protagonista di una lunga filmografia action sviluppata soprattutto negli anni Novanta a suon di spaccate e colpi della morte, gioca con la sua fama come se non avesse niente da perdere (e, in effetti, è così! Il mito mediatico di Van Damme non può essere scalfito da una produzione del genere: anzi, secondo me, ne esce rafforzato).
Il risultato, però, è altalenante.

Le parti migliori della prima (e unica) stagione sono sostanzialmente di due tipi:
– quelle in cui Van Damme gioca con i cliché del suo passato. In un episodio, in particolare, si camuffa per agire sotto copertura e inizia a parlare di sé in terza persona, citando i suoi film più famosi. Es.: “Adesso farò il colpo che Van Damme ha usato in Double Impact“). Se non sbaglio, è lo stesso in cui i suoi assalitori si scagliano su di lui con la precauzione di farlo uno per uno. Nell’ultimo episodio, poi, tenta di bloccare l’apertura di un portellone usando la sua famosa spaccata e la resistenza delle sue caviglie in un’apoteosi del sacrificio da eroe jappo;
– quelle in cui Van Damme scherza sulle sue abitudini (vere o presunte, non so), tipo lavarsi con l’acqua di cocco.

Per i miei gusti, gli ultimi due episodi contengono pochi di questi elementi e sono un po’ troppo seriosi e introspettivi per sostenere il confronto con la prima, fulmicotonica, prima metà della stagione.
Nel complesso, Renéferrettianamente parlando, gli attori – Van Damme compreso- sono dei cani (anche la ex signora Robinson, Phylicia Rashad). Fisicamente, il buon Jean-Claude sta invecchiando benissimo, ha quasi 60 anni ma, se pure non si prodiga più nei calci volanti, se la cava stra-benissimo a menare sberle e a scavalcare cornicioni. Ciò in cui non ha mai brillato è l’espressività. E ora che il tempo, inclemente, infierisce soprattutto sul suo volto e su quegli occhi a mezz’asta che, complici i capelli tinti, mi fanno venire in mente Berlusconi, mi pare che le sue incapacità artistiche emergano di più. Il risultato, però, contribuisce al clima di divertentimento generale: recita male, ma porta sempre a casa il risultato.

Nel 2008, Van Damme è stato protagonista di un’altra produzione di questo tipo, il film JCVD – Nessuna giustizia (che non ho ancora visto), ma, da quello che ho capito, non c’è alcun collegamento con questa serie tv.
La serie è stata cancellata dopo una sola stagione, quindi restano in sospeso alcune questioni narrative. Ma va bene così: l’esperimento, per quel che mi riguarda, è riuscito.

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