Baby

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serie tvBaby

Roma. Due adolescenti, cresciute in famiglie benestanti, stufe della vita a casa e dei compagni di scuola, iniziano a frequentare persone poco raccomandabili, iniziando una doppia vita.
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: Baby
STAGIONI/EPISODI: 3 Stagioni , 18 episodi, conclusa
Durata episodi: 50 min.
Attori principali: Benedetta Porcaroli, Alice Pagani, Riccardo Mandolini, Chabeli Sastre González, Brando Pacitto, Lorenzo Zurzolo, Massimo Poggio, Galatea Ranzi, Tommaso Ragno, Mehdi Nebbou, Claudia Pandolfi, Giuseppe Maggio, Isabella Ferrari, Mirko Trovato, Thomas Trabacchi, Sergio Ruggeri
Creata da: Andrea De Sica, Giacomo Mazzariol, Antonio Le Fosse, Marco Raspanti, Eleonora Trucchi, Romolo Re Salvador
Produzione: Italia
Genere: Drama
Network: Netflix

Dove vedere in streaming Baby

Baby: Siamo immersi in quest’acquario bellissimo ma sogniamo il mare. Ecco perché per sopravvivere, abbiamo bisogno di una vita segreta. / 16 Gennaio 2021 in Baby

BABY è una serie televisiva italiana che potete vedere su Netflix. Al momento ci sono tre stagioni ed io a Dicembre ho visto la prima. E’ una serie diretta da Andrea De Sica, Anna Negri e Letizia Lamartire ed è ispirata liberamente allo scandalo delle “baby squillo” dei Parioli, risalente all’anno 2013 (e direi attualissima visto le ultime notizie di festini particolari su attivi di lusso).
Se per caso tra voi ci fosse qualcuno che ancora non sa di cosa parla questa serie, provo a raccontarvela. Protagoniste sono due ragazzine Chiara, interpretata da Benedetta Porcaroli, e Luovica, interpretata da Alice Pagani, due ragazze adolescenti della Roma bene, che risiedono nel quartiere Parioli e frequentano il liceo privato Carlo Collodi. La loro vita apparentemente perfetta, cela in realtà un’oscura esistenza fatta d’insicurezze, paure, pressioni da amici e familiari che porteranno le due problematiche ragazze a entrare in contatto con persone sbagliate, finendo nel giro della prostituzione.
BABY è una serie che ha generato numerose controversie ed è stata definita banale, con problemi reali che tantissimi giovani hanno, ma non per questo sono giustificati nell’essere coinvolti in reati e momenti sporchi solo perché si hanno problemi in famiglia, con gli amici oppure in amore. Non è giustificare, secondo me, ma portare alla luce la fragilità nascosta dietro ad una vita apparentemente perfetta.
Personalmente BABY, la prima stagione, mi è piaciuta. L’ho trovata una serie ben fatta, che affronta un tema importantissimo e che ha causato tantissimo stupore e squallore all’epoca del fatto realmente accaduto (io direi che continua ad accadere tuttora) dove in prima pagina era scoppiato lo scandalo delle Baby Squillo dei Parioli.
Oltre a questo tema che è il principale della serie, ve ne sono altri come la droga, l’alcool, i soldi, i difficili rapporti con i genitori, oltre all’omosessualità, al bullismo, alla discriminazione e al razzismo. Tutti temi importantissimi e molto attuali purtroppo, ancora oggi presenti nella vita dei giovani e non solo. A contorno vi sono adulti distanti perché persi dietro i loro dissapori e insoddisfazioni o perché incapaci di comunicare in modo efficace e diretto con i propri figli e anche solo ascoltarli o guardarli negli occhi con attenzione per capire che c’è qualcosa che non va.
In BABY questo mondo reale è trasformato in finzione scenica: Chiara è la tipica ragazza con i genitori separati in casa che fingono di stare insieme per il suo bene senza accorgersi che questo vivere forzato e finto le causa solo dolore. Bravissima a scuola, molto carina che all’inizio ha una relazione segreta con il fratello della sua migliore amica e poi s’innamora del nuovo arrivato, tipico bello e dannato e il suo struggersi per non poterlo avere, anche se si capisce subito che i due si piacciono molto.
E Ludovica chi è? Incarna l’opposto di Chiara. Una ragazza ribelle, derisa dai compagni di scuola perché vittima della diffusione di un video porno che l’ha vista protagonista. E’, infatti, lei la prima, a frequentare personaggi equivoci che la porteranno alla trasgressione e alla perdizione e che nel corso delle puntate vedrà “portarci” anche l’amica Chiara, l’unica in tutta la scuola, a mostrarle amicizia e comprensione.
Chiara e Ludovica, due ragazze completamente diverse che si avvicinano, fino a diventare grandissime amiche e che vedrà entrambe coinvolte in un ambiente a dir poco “sporco” e “squallido”.
Oltre a loro, che hanno reso la storia molto interessante e coinvolgente, ci sono altri personaggi che non passano certo inosservati, tra cui Niccolò, il fratello della migliore amica di Chiara, il classico bello e ricco ma superficiale e arrogante; Damiano, il nuovo arrivato, che ha problemi di comunicazione e non solo con il padre ambasciatore, che sembra sempre incazzato con il mondo, il tipico ragazzo bello e dannato; poi abbiamo Camilla, la migliore amica di Chiara, la classica perfettina ma insopportabile; Fabio, che non trova il coraggio di confessare al padre la propria omosessualità e infine, Virginia, la “bella” della scuola ma perfida e bulla.
In BABY ho trovato molti punti positivi, tra cui mi è piaciuta la tematica, il modo in cui è stata trattata, i personaggi, i quali hanno tutti reso la storia interessante e coinvolgente e un finale aperto che mi ha lasciato la profonda curiosità di proseguire con le prossime stagioni. Non mi ha fatto impazzire la recitazione di alcuni attori ma molti altri mi hanno conquistato per la loro bravura come: Isabella Ferrari, Alice Pagani (Ludovica) e Giuseppe Maggio (Fiore, un personaggio molto “tosto” e “cattivo”) che ho trovato molto espressivo e bravissimo nei suoi panni.
Ricapitolando, BABY è stata una serie che mi è piaciuta, mi ha incollato allo schermo, mi ha emozionato e coinvolto, mi ha angosciato e suscitato emozioni di rabbia e mi ha lasciato la voglia di scoprire cosa succederà nella seconda stagione, che conto di guardare sicuramente nel prossimo mese!

Recensione nel blog: https://danyshobbies.blogspot.com/2021/01/baby-prima-stagione-recensione-serie-tv.html

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Ottimo materiale da gioco alcolico / 1 Aprile 2019 in Baby

Mi aspettavo molto di più da questa serie sia per l’argomento trattato, sia per il fatto che sapevo che i 5 sceneggiatori dietro questo abominio fossero tutti ragazzi sotto i 30 anni.
La serie invece è terribile, roba vecchia che si finge giovane, condita con qualche spruzzata glamour .
E’ tutto sbagliato a partire dalle due protagoniste: sono insopportabili e le attrici molto belle ma incapaci a recitare (non che gli altri personaggi recitino meglio eh anzi) . Poi si vede troppo che non hanno sedici anni, invece di far vedere quanto sia brutto prostituirsi sembra quasi una cosa cool, figa.
La storia vera era totalmente diversa, il personaggio ispirato a Ludo si drogava di droghe pesanti sin da piccola ed era abbandonata a se stesa pur venendo da una buona famiglia. L’altra ragazza invece, era costretta dalla madre a prostituirsi perchè non avevano soldi.
Erano in mano a due spacciatori che le tenevano dentro un appartamento, pagandole poco e con la droga spesso.
Ora la serie fa quasi dire “se la sono cercata” ed è sbagliato.
poi levato questo i personaggi i dialoghi imitano Sorrentino senza capirlo, una cosa raccapricciante. Peggio delle fiction rai-mediaset…
almeno quelle non si presentano come un prodotto nuovo di denuncia si sa che son me**a e non ti aspetti altro.
Spero che netflix non dia più soldi a produzioni italiane di questo genere.
Perchè cioè io uomo di 30 anni ho pensato, sai che figo prostituirsi magari mi capitata pure la strafiga, non oso immaginare che cosa possa pensarne una ragazzina di 14 anni!
Questi beoti hanno reso figo il personaggio del pappone adirittura moderno RIchard Gere la difende! MA stiamo scherzando? Avete davvero reso romantica la figura del pappone?
Ed io qui in mutande davanti a questo scempio che mi bevo la mia birra chiedendomi cosa è andato storto nella mia vita per essere finito a guardare questo scempio.
Per non parlare del fatto di quanto odi la mora come attrice ed ora la stanno inserendo ovunque (anche nel film di Sorrentino era) perchè parecchio bona di talento ne vedo poco.
Il suo personaggio finto trasgressivo era già scritto male ed interpretato peggio con crisi isteriche senza senso, sempre meglio della biondina e quel modo pariolini di parlare, con l’erre leggermente moscia (ciccia prima di fare l’attrice non potevi studiare dizione?)
Comunque per finirla ho dovuto fare un drinking game con la mia fidanzata, ad ogni banalità o dialogo cringe beveamo, e niente mentre ormai lei stava vomitando io non riuscivo smettere di pensare ma esiste un titolo più brutto di baby?

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Ma cos’è? / 31 Marzo 2019 in Baby

È la prima serie italiana prodotta da Netflix che vedo e per me è un grandissimo no. Diciamo che sul finale si è leggermente ripresa, altrimenti avrei dato una stella, ma in linea generale l’ho trovata piuttosto imbarazzante. L’idea di base è carina, ma più che un dramma adolescenziale sembra un’accozzaglia dei peggiori stereotipi delle high school americane. Il punto è che la caratterizzazione dei personaggi e lo sfondo per una storia interessante ci sono pure, il problema è che la sceneggiatura è veramente banale e

gli attori hanno un livello di recitazione che dire pessimo è poco, soprattutto le due protagoniste.

La storia gira attorno a Chiara e Ludovica, due ragazze con famiglie disastrate che appartengono alla Roma bene e frequentano una privata che, più che una scuola, sembra un sobborgo di Detroit, tanto è piena di bulli. La prima, Chiara (la ragazza bionda), ha i genitori separati in casa per mantenere alto il nome della famiglia. La seconda, Ludovica, vive con una madre eccentrica ed ha girato un video pornografico con il capobranco della scuola (Brando), che lo ha poi diffuso sul web. Si aggiungono poi altri personaggi di contorno: l’amica Camilla, che ha il giudizio facile, Damiano, che viene dai bassifondi e si ritrova improvvisamente a vivere in un contesto altolocato a cui non riesce ad adattarsi, e il figlio del preside (di cui ora mi sfugge il nome), che ha fatica ad accettare la propria omosessualità. I background dei personaggi sono interessanti, seppur non troppo originali, però il modo in cui la storia è stata sviluppata è veramente improbabile, per non parlare di alcune cose che non hanno proprio nesso.

In primis, Ludovica. Non si capisce il motivo per cui sia ancora in quella scuola, quando sua madre non può permettersela e soprattutto non può camminare per i corridoi che tutti le ricordano del video e la insultano continuamente. Ma chi te lo fa fare? Oltretutto mica siamo negli USA, se la privata non puoi permettertela fai le valigie e vai ad una pubblica, come farebbe chiunque dotato di cervello. Una situazione del genere sarebbe stata plausibile se la serie fosse ambientata in America, ma qui siamo a Roma.

Seconda cosa, Damiano. È per metà arabo ma sembra un camorrista russo. Nella scelta di questo attore è stato evidentemente fatto del whitewashing.

Le due ragazze si incontrano e sembrano diventare amiche immediatamente, e nel telefilm è tutto così, tutti che si guardano in faccia e sono subito migliori amici. La stessa cosa succede a Damiano e il figlio del preside e a Camilla e Damiano.

Altre situazioni improbabili si verificano per esempio quando viene distrutto l’ufficio del preside, Damiano è il primo accusato perché il colpevole ha girato un video e indossava la sua felpa. Anche nel giallo più scadente di questo mondo il preside avrebbe fatto due più due e avrebbe capito che è alquanto assurdo che qualcuno faccia una cosa del genere filmandosi di proposito con una felpa riconoscibile, in più non si vede la faccia di chi sta commettendo l’atto e nonostante questo Damiano viene accusato completamente ad cazzum. Non ci sono provvedimenti, però, per il razzistello che scrive arabo di me**a sul banco di Damiano, che vorrei chiarire è il figlio dell’ambasciatore di non si capisce quale Paese arabo.

La storia si sviluppa in maniera molto lenta, un elemento che ho apprezzato, perché permette di penetrare nella mente delle protagoniste e degli altri personaggi e di comprendere le loro scelte fino in fondo, ma questo non è il risultato della buona recitazione, ma semplicemente del lento susseguirsi degli eventi. Ripeto che gli attori recitano davvero male e che la sceneggiatura è piena di frasi fatte e a volte davvero imbarazzante, ci sono dei momenti in cui ciò che dicono è talmente stupido che lo spettatore si sente a disagio. Il problema è che la storia comincia da un punto, ma arriva da tutt’altra parte. Ci sono troppi personaggi, troppe sottotrame, troppi intrighi, troppi amici di amici che si incastrano in qualche modo nel racconto. C’è la sottotrama di Niccolò e la prof che vivono una relazione, il figlio del preside che è gay e il suo difficile rapporto col padre, il giro di spaccio con Saverio in cui Damiano sembra stranamente coinvolto, Brando che all’improvviso si mette a fare il detective Conan e non si capisce perché né che ca**o voglia dalla vita sto cristiano. Oltretutto Brando è proprio un personaggio assurdo: basso e con l’apparecchio, fa il bulletto con Damiano (che ripeto, ha una faccia inquietante), quando nella vita reale sarebbe uno sfigatello di paese. Alla fine, tutto sommato, la serie tratta piuttosto bene tutte le tematiche di cui vuole parlare, ma è come se parlasse di tutto senza poi effettivamente parlare di qualcosa. C’è veramente di tutto: l’omosessualità, il femminismo, il revenge porn, la malavita, le difficoltà familiari sotto i punti di vista di diverse famiglie, il rapporto figlio-padre, il rapporto fratello-sorella e sorella-sorella, la relazione alunno-insegnante…

La storia è ambientata a Roma, ma di Roma non vediamo assolutamente nulla. Quelle poche inquadrature che ci sono ci fanno vedere quattro palazzi.

L’unico personaggio che mi era piaciuto era il barman, ma alla fine lo hanno fatto diventare uno psicopatico senza motivo.

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Un telefilm per adolescenti poco incisivo. / 11 Dicembre 2018 in Baby

Ludovica e Chiara sono due ragazze che vivono ai Parioli, quartiere borghese di Roma. Le due studiano in un liceo privato e trascorrono la loro adolescenza tra eccessi vari per sfuggire alla noia e alla poca attenzione che i genitori riservano loro fino al giorno in cui si cacciano in una situazione pericolosa e molto più grande di loro.
Ispirato allo scandalo che travolse la borghesia romana nell’Ottobre 2013(lo scandalo delle baby prostitute dei Parioli) il film vorrebbe in qualche modo rifarsi alle pellicole di Sorrentino senza però avere la stessa intensità emotiva e psicologica, i personaggi oltre a essere poco caratterizzati psicologicamente sono anche stereotipati(la ragazza “maledetta”, il borgataro catapultato in un ambiente che non gli appartiene, il ragazzo omosessuale che ha paura di dichiararsi, il genitore ipocrita e benpensante).
Un telefilm fatto su misura per gli adolescenti(la colonna sonora è interamente firmata da artisti moderni come i Maneskin, così come c’è un uso eccessivo di linguaggio e tecnologie tipicamente giovanili) e per me poco interessante e intrigante, farcito di dialoghi noiosi e stucchevoli e che soprattutto non ha nulla da insegnare ai ragazzi di oggi(se questo era l’intento del regista ha cannato di brutto).

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