Recensione su Perfetti sconosciuti

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un dolce massacro / 1 Luglio 2016 in Perfetti sconosciuti

Ci troviamo a Roma, nell’appartamento di Eva e Rocco, che cenano con altre due coppie – Cosimo e Bianca, Lele e Carlotta – e Peppe. Tutti i commensali, e in particolar modo gli uomini, sono amici da anni; pensano, infatti, di conoscere l’un altro. Vedremo, nella durata della cena – che ha come background scenografico un’eclissi lunare – che non è così: Eva, infatti, propone a tutti di lasciare sul tavolo la propria “scatola nera”, il proprio cellulare, e leggere ad alta voce ogni messaggio che arrivi e rispondere alle chiamate pubblicamente. Così ciò che era partito come semplice gioco diventerà un massacro e si verranno a scoprire i tradimenti e i piccoli e grandi segreti dei sette commensali.

Quello che ferisce, però, non è soltanto la scoperta di amori clandestini, amori virtuali, bugie, quanto una mentalità chiusa e un atteggiamento di intolleranza e discriminazione, seppur inconsapevole.

Il regista – Paolo Genovese – è stato capace di non annoiare lo spettatore, nonostante il film si svolga nello stesso luogo per tutta la sua durata. Grande merito va dato anche alla sceneggiatura, semplice, mai banale, spesso cinica, comica e sarcastica al punto giusto; e soprattutto alla caratterizzazione dei personaggi. Ognuno dei sette protagonisti – interpretati magistralmente da bravissimi attori (quali Marco Giallini, Alba Rohrwacer, Kasia Smutniak, etc.) –, infatti, ha una storia ben costruita alle proprie spalle, con le proprie debolezze e i propri segreti. Segreti che diventano protagonisti del film, assieme alla scatola nera che li protegge.

È importante sottolineare, inoltre, che nella pellicola si affrontano e si mettono in scena temi di un certo spessore, quali l’emancipazione femminile, la sessualità tra i giovani e l’omosessualità – tematiche affrontate con una mentalità tutt’altro che retrograda. Nonostante ciò, nel finale, inaspettato ma efficace, si può cogliere una nota di pessimismo e di critica alla staticità dell’essere umano, che spesso è incapace di rivelarsi per quel che è veramente.

Concludo con una frase di un celebre scrittore, che è stata d’ispirazione per il regista: “Ognuno di noi ha tre vite: una vita pubblica, una vita privata e una vita segreta“. Tu saresti disposto a spogliarti dei suoi segreti?

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