lithops

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  • #50455
    lithops
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    La mia personale, e probabilmente sballata, interpretazione del film:
    Il regista fa di tutto per confondere, per mischiare le carte, creando un film “uroboro”, che si “morde la coda”, che gioca, alla maniera di Bolaño, tra vero e verosimile, tra vissuto e immaginato.
    Io l’ho interpretato in questo modo: tutta la vita di Daisy, che sembrerebbe davvero da lei vissuta, è soltanto parte della sceneggiatura che lei stessa propone al regista. E l’unica scena “reale” è quella palesemente di finzione: la scena finale in cui si vede una telecamera che riprende tutto. E quindi niente bambina, niente prostituzione. Tutto fa parte della sceneggiatura scritta da Daisy. Ogni volta, o prima o dopo, un avvenimento della sua “vita” c’è sempre una recita, un provino che lo precede. Come, appunto, quello di “Persona”, film dove si racconta di un infanticidio in seguito ad una maternità indesiderata.
    Certo, è una interpretazione “radicale”. Sai curioso di leggere spiegazioni diverse (anche se quella di stefania, da quel che accenna, sembrerebbe non troppo dissimile. Forse)

    #50451
    lithops
    Partecipante

    L’ho visto più di un mese fa e il film mi è piaciuto parecchio.
    Senza entrare nei dettagli, cosa che farò nel mio piccolo in seguito, anch’io, come Stefania, butterei un piccolo amo. Il film gira tutto in una parola: FINZIONE. Tutto è finzione,. L’unica scena “vera” è la scena finale. La scena che sembrerebbe una scena di finzione, ripresa dalle telecamere, è l’unica scena “reale”.
    “Ogni parola è menzogna, ogni gesto falsità. Mettersi al riparo dalla vita, evitando così di recitare, di mostrare un volto finto. Ma non basta celarsi”, si potrebbe mostrare di se stessi “la rappresentazione della messa in scena”. Facile, no?

    #50439
    lithops
    Partecipante

    Allora, ricominciamo? 🙂
    Qualcuno dovrebbe averlo già visto!

    #49374
    lithops
    Partecipante

    Nuovo Kim ki-duk a Venezia. Il film si intitolerà “Moebius” e sembra la classica storia cara al regista: “una donna che, per errore, ferisce a morte il figlio. Il padre , per espiare, si evira da solo”.
    Si evince chiaramente che si tratta di una commedia tutta da ridere, battute a go go, personaggi esilaranti, musica trascinante. Se avessi un figlio, prenoterei già da ora il biglietto!

    #49373
    lithops
    Partecipante

    @drmabuse, già, sembra davvero bello. Non mi aspettavo una storia lesbica da un regista come Kechiche e con scene di sesso “bollenti”, come le descrive il Mereghetti.
    Comunque, preferisco il film di Koreeda, una trama originale, con risvolti morali ed etici complessi, adatti al grande regista.

    #49369
    lithops
    Partecipante

    Ospite a Cannes con Like Father, Like Son, l’ultimo film di Koreeda. Sarà il film più bello del 2013?
    “la storia di un’altra famiglia, sconvolta da una notizia: la telefonata ricevuta da Ryota, un uomo abituato a guadagnarsi ogni cosa con un duro lavoro, convinto che nulla possa alterare la sua vita. Dall’ospedale, lo avvertono che il suo bambino di 6 anni, Keita, in realtà non è suo figlio biologico: l’ospedale a suo tempo ha commesso un errore. Ryota e sua moglie Midoridevono prendere una decisione. Nel frattempo, Ryota
    mette in discussione il suo ruolo e la sua paternità…” da A.W.

    #49367
    lithops
    Partecipante

    Ah!!!, come ho fatto a dimenticarmi? C’è anche l’ultimo di Asghar Farhadi, The past.
    “una coppia iraniana in Francia decide di separarsi e poi divorziare, a causa del marito che decide di tornare in Iran e della moglie che si innamora poi di un altro uomo. Quando l’uomo torna in Europa per le pratiche di divorzio, scopre che la moglie già convive con un altro uomo”, se è bello anche la metà di “Una separazione” sarà comunque un gran film.

    #49366
    lithops
    Partecipante

    No!!, davvero? Ming Liang in Italia non è considerato per niente. Peccato. Tra sei anni se tutto va bene, forse, verrà distribuito. Non nella mia città, però. Mi toccherà vederlo, come al solito, in lingua originale (che è anche meglio!).
    Comunque, tra i film in concorso a Cannes (oltre ad Ozon, con June et jolie), dovrebbe essere interessante La vie d’Adele di Abdellatif Kechiche. Un regista che alterna cose meravigliose a vere schifezze. Forse è la volta buona per riuscire a sfornare il capolavoro che è nelle sue corde.

    #49318
    lithops
    Partecipante

    @drmabuse, mi spiace, peccato…
    se riesci a trovare i film di Leilo, mi sa proprio che ti disturberò per sapere come hai fatto 🙂

    #49316
    lithops
    Partecipante

    @drmabuse, grazie!!! Leilo è un grande regista, purtroppo da noi è completamente trascurato. Mi piacerebbe vedere “la sagrada familia” e l’ultimo “Gloria”. Ho visto soltanto un corto, alcuni anni fa, “Ciudad de meravillas”. Purtroppo non posso andare a Pesaro.. troppo lontano, troppi impegni. Ma è una retrospettiva davvero fantastica. Tu la vedrai?

    #49305
    lithops
    Partecipante

    @hartman, scusa, sono sempre impreciso. Volevo dire che sono usciti i sottotitoli in italiano del film (su open).

    #49303
    lithops
    Partecipante

    @hartman, ho visto historias minimas di Sorin (molto bello).
    Oggi è stato tradotto Dias de pesca (en Patagonia) sempre di Sorin. Lo vedrò nei prossimi giorni, ma sembrerebbe un bel film.
    Qui il trailer:

    #49363
    lithops
    Partecipante

    Il nuovo Ming Liang sarà a Cannes 🙂

    (da Asianword) The Diary of a Young Boy è la storia di un padre (interpretato da Lee Kang-sheng) e dei suoi due figli, alla ricerca di una sorta di Arca di Noè che permetta loro di sopravvivere in una società completamente folle e divorata dal consumismo.

    #49785
    lithops
    Partecipante

    Dalle nostre parti la “staffa” si fa per stare in compagnia, per sorridere, bere e stare allegri con gli amici. Ma noi siamo meridionali, abbiamo “il sole in fronte”. La troppa nebbia deve catalizzare pensieri tristi, malinconici, mortuari. Quasi come in Norvegia o in Finlandia.
    Se dovessi morire domani, sceglierei un film allegro, spensierato, ottimista, che non mi faccia pensare a nulla: sceglierei “My Life Without Me”, di Isabel Coixet. Senza dubbio alcuno.

    #49768
    lithops
    Partecipante

    Interessante, grazie. Lo ricordo appena, sono passati diversi anni, quindi lo riguarderò con piacere (sperando che nella mia sfortunata città venga distribuito!)

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