[lithops]

Il cinema cileno è sempre molto interessante, ho visto film davvero belli:
– Machuca 2004; La fiebre del loco, Violeta se fue a los cielos (la storia di Violeta Parra, un film che sto cercando di tradurre da circa un mese, chissà quando finirò) di Andrés Wood;
– Tony Manero, Post mortem, No, di Pedro Larrain
– La nana, Aspetti e dispetti, di Sebastian Silva (distribuito anche in Italia)
– La vida de los peces 2010) di Matias Bize (che devo ancora vedere, però)

Qualche suggerimento di visione?

[Anonimo]

A me “No” ha lasciato abbastanza basito. Bello, davvero. Ma eccessivamente documentaristico. Probabilmente ho colto poco, non lo so. Ma mi sembrava che il regista si limitasse a tracciare quel che successe, ipso facto.

[lithops]

Sai, forse bisognerebbe inquadrare il film nella situazione attuale del paese, quella del governo Piñera, primo presidente di destra dalla caduta di Pinochet. Un personaggio che tende a rivalutare il generale, che dice che la sua non è stata una dittatura, che ha fatto tanto per il Cile… Mi ricorda qualcuno 🙂
Raccontare, quindi, quel periodo fondamentale per la democrazia cilena è importantissimo. Per il Cile e non solo.

[Anonimo]

Sì, sì, ma questo infatti mi è arrivato forte e chiaro: è palese che il film non sia solamente d’interesse “nazionale”, ma di per sé (esteticamente, per esempio) è molto “cileno”, o quantomeno latinoamericano. Cioè circoscritto. M’è sembrato di vedere un film tipo I diari della motocicletta, o Buena vista social club. D’accordo, questo m’è piaciuto parecchio, ma appunto si è fermato lì. Non è un film che sarei tentato di rivedere, non mi ha detto nulla che già non abbia in testa. Secondo me il suo problema è che è troppo “antropologico”, voglio dire è troppo “documentato” (o vissuto, il che è uguale), e sembra che il regista voglia mostrare solo questo (dal che si palesa poi quanto dici tu, @bombus), quasi a voler fare una sorta di libro di (quel pezzo di) storia cilena cinematografico. Ma appunto se vado al cinema mi aspetto x, se volessi solamente documentarmi su un fatto mi leggerei qualche libro…

[lithops]

Hai ragione, è un film più che altro documentaristico, senza particolari sprazzi di fantasia. I film di Larrain, comunque, non hanno mai brillato per eccessiva raffinatezza registica, sono sempre dei film che restringono lo sguardo su una piccola (ma importante, per il Cile e non solo) storia da raccontare. E lo fanno in maniera chirurgica e (nei precedenti) crudele e spietata.
Forse questo No non è il suo film più riuscito, forse si poteva osare di più. Forse

[Anonimo]

e che mi dici di Sebastian Leilo, @bombus?
sembra interessante la sua idea di cinema che si mischia con il reale.
a tal proposito segnalo che al Pesaro Film Festival ci sarà una retrospettiva sul cinema cileno e una personale su Leilo.
http://www.pesarofilmfest.it/

[lithops]

@drmabuse, grazie!!! Leilo è un grande regista, purtroppo da noi è completamente trascurato. Mi piacerebbe vedere “la sagrada familia” e l’ultimo “Gloria”. Ho visto soltanto un corto, alcuni anni fa, “Ciudad de meravillas”. Purtroppo non posso andare a Pesaro.. troppo lontano, troppi impegni. Ma è una retrospettiva davvero fantastica. Tu la vedrai?

[Anonimo]

no @bombus, non ce la faccio neppure io :/
ma di sicuro mi procurerò i film di Leilo e saccheggerò il programma del festival per scovare altre chicche 😉

[lithops]

@drmabuse, mi spiace, peccato…
se riesci a trovare i film di Leilo, mi sa proprio che ti disturberò per sapere come hai fatto 🙂

[Autore]

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