Recensione su La teoria del tutto

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Senza ispirazione / 11 Febbraio 2023 in La teoria del tutto

La teoria del tutto non è, come ci si aspetterebbe, la storia di una mente prigioniera in un corpo che non le ubbidisce più. Della mente di Stephen Hawking vediamo solo pochi scampoli: la fisica è ridotta a poche frasi a effetto – com’è quasi inevitabile in un film rivolto al grande pubblico. La teoria del tutto è invece la storia di un disabile, quasi sempre allegro e sorridente, che in una delle scene meno ispirate del film può far balzare in piedi ad applaudire il pubblico rapito con una banalità del calibro di “Finché c’è vita c’è speranza”. Ed è soprattutto la storia di sua moglie Jane Wilde; peccato però che qui il film perda aderenza alla verità dei fatti: il rifiuto ostinato di Hawking di ricevere aiuto al di fuori della famiglia non è rappresentato, e la separazione dalla moglie fu, secondo le memorie di quest’ultima (da cui è tratto il film), molto più amara e agitata di quello che si vede sullo schermo.

Il film è abbastanza convenzionale nello stile, senza punte ispirate. Eddie Redmayne si cala in una parte che gli è chiaramente congeniale; brava Felicity Jones nei panni di Jane. Harry Lloyd (uno dei miei attori preferiti) interpreta Brian, un amico di Hawking che nella realtà non è mai esistito.

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