Il primo uomo

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Il primo uomo

1957. Uno scrittore francese di origine algerina, Jacques Comery, torna in Algeria, il Paese nel quale è nato e cresciuto, e, dopo aver rivisto sua madre, ricorda la sua difficile infanzia. Il primo uomo è tratto dall'omonimo racconto di Albert Camus.
schizoidman ha scritto questa trama

Titolo Originale: Le Premier Homme
Attori principali: Jacques Gamblin, Maya Sansa, Catherine Sola, Denis Podalydès, Ulla Baugué, Nicolas Giraud, Nino Jouglet, Abdelkarim Benhabouccha, Hachemi Abdelmalek, Djamel Hadj Saïd, Jean-Paul Bonnaire, Jean-François Stévenin, Michel Crémadès, Mickaël Batret, Jean Benoit Souilh, Nicolas Lublin, Florent Chesne, Franck Mercadal, Alexandre Michel, Benoit Bertran de Balanda, Barthélémy Gilet, Jean-Bastien Perichon, Nathan Blanchedan, Mohammed Boubker, Mohammed Boubker Jr., Christophe Dimitri Réveille, Régis Romele, Jérôme Le Paulmier, Adij Benguettat, Celia Ouled Mohand, Roumayca Abbou, Ygal Egry, Mohammed Zahir Taifour, Sacha Petronijevic, Hanaë Bardiaux, Maurice Antoni, Alexandre Delamadeleine, Franck Beckmann, Oualahi Messouda, Mostra tutti

Regia: Gianni Amelio
Sceneggiatura/Autore: Gianni Amelio
Colonna sonora: Franco Piersanti
Fotografia: Yves Cape
Costumi: Patricia Colin
Produttore: Riccardo Tozzi, Giovanni Stabilini, Marco Chimenz, Bruno Pésery, Philippe Carcassonne
Produzione: Francia
Genere: Drammatico
Durata: 101 minuti

Dove vedere in streaming Il primo uomo

grande Amelio / 2 Giugno 2016 in Il primo uomo

Il famoso scrittore Jacques Cormery (alter ego di Albert Camus), torna dalla Francia in Algeria, sua terra natale, dove è rimasta la madre e gli amici d’infanzia. Siamo nell’estate del ’57 e la Francia sta preparando la brutale repressione della guerriglia algerina. Cormery si spende contro la violenza e per la convivenza di arabi e francesi in Algeria, ma la realtà è ben diversa e sfocerà ben presto nella guerra totale.
Il racconto ha un doppio svolgimento: l’attualità del conflitto franco-arabo e la ricerca del protagonista delle proprie radici: il padre che non ha potuto conoscere, il rapporto con la madre e la famiglia ei valori trasmessi di onestà e giustizia che non lasciano nessuno spazio all’amore e alla tolleranza.

Il film è girato in modo sobrio; le riprese, i dialoghi, i silenzi, sono in una tonalità minore che rimandano bene il conflitto interiore e la ricerca di senso del protagonista. Meticolosa e suggestiva la ricostruzione degli ambienti e dell’atmosfera sia degli anni 50 che degli anni 20, gli anni dell’infanzia di Jacques. Gli attori sono efficaci,eleganti i francesi, essenziali e veri gli algerini, un elogio particolare a Nino Jouglet. (Cormery bambino) e a Maya Sansa, stupenda madre. La fotografia è suggestiva, ci si immerge completamente nel tempo descritto; torna il ricordo dei colori di Manet e Rénoir. Il montaggio è nitido, alcuni passaggi sono memorabili (gli scarti temporali, il lungo piano-sequenza della festa al mare). Trascurabili alcuni cali di tensione che frammentano il racconto, un po’ troppo di paesaggi, di primissimi piani che secondo me non aggiungono molto al racconto e qualche battuta più emiliana che franco-algerina.
Bellissimo film da vedere e rivedere.

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16 Dicembre 2012 in Il primo uomo

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Film di Gianni Amelio tratto da un romanzo di Camus. Siamo in Algeria negli anni ’50, e lo scrittore franco-algerino Jean torna nella sua patria per usare la sua fama nel promuovere la pace tra le due comunità. Nel farlo, a partire da una serie di incontri con personaggi essenziali della sua infanzia, la madre, il maestro che ha convinto la famiglia a lasciarlo continuare gli studi, la rivive in una serie di flashback. Orfano di padre, viveva con mamma, nonna cattivissima ma anche buona e un fratellone scemo. È con le sue doti che se ne sarebbe tirato fuori. Gli andirivieni cronologici sono funzionali nel raccontare lo sfondo di un’Algeria tormentata dalle spinte indipendentiste, quelle immortalate soprattutto ne La battaglia di Algeri di Pontecorvo, che era un capolavoro e nemmeno son sicuro che fosse quello il titolo. Qui la storia, e le riflessioni che ad essa si accompagnano, passano dalle vicende personali di Jean, che si trova coinvolto in prima persona in questo ambiente instabile dove il pericolo è dietro l’angolo e le scelte e i ricordi si susseguono. Diciamo la storia ripresa dal basso, ecco.

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12 Dicembre 2012 in Il primo uomo

Bellissima la fotografia ma per il resto…una noia! Attori a mio avviso non spettacolari e un doppiaggio assurdo che credo mi abbia rovinato la visione del film. Che degli algerini parlino in romano mi sembra davvero un’assurdità!

20 Ottobre 2012 in Il primo uomo

Bello. Buone interpretazioni, storia con il giusto pizzico di poesia ed una fotografia stupenda di Yves Cape che riempie di luce e calore scene che avrebbero potuto apparire tristi e desolanti.
Doppiaggio da mettersi le mani nei capelli, non perché fatto da attori italiani famosi ma per il decesso del (mai abbastanza) compianto congiuntivo – forse per sottolineare l’ignoranza di alcuni personaggi: non sai leggere, ti scrivo le battute in modo sgrammaticato? – e per l’aver fatto pronunciare ad uno scrittore di fama internazionale come Camus il terribile a me mi. Orrore!
Info sul doppiaggio:
http://www.antoniogenna.net/doppiaggio/film1/ilprimouomo.htm

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2 Maggio 2012 in Il primo uomo

Continui salti temporali fra la realtà drammatica dell’Algeria degli anni 50 , nella quale l’affermato scrittore Jean Cormery ritorna per rincontrare la madre , e di quell’altra Algeria , quella dei suoi ricordi d’infanzia , della mamma , della severissima nonna , degli amici , della scuola e del suo maestro i cui insegnamenti hanno segnato il corso della sua vita.
Un buon film introspettivo , sfumato, sorretto da una splendida fotografia , liberamente ispirato all’omonimo ed incompiuto romanzo autobiografico di Camus .
Gianni Amelio si dimostra evidentemente a suo agio quando si tratta di dirigere bambini e non a caso la parte migliore della pellicola è proprio quella dedicata alla fanciullezza del protagonista quando entra in scena il giovanissimo ma promettente Nino Jouglet nella parte dello scrittore da piccolo.

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