Recensione su The Artist

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14 Febbraio 2014

Nel 2011 Michel Hazanavicius compie una scelta molto coraggiosa.: girare un film (quasi) muto da proporre al pubblico. Quella che può sembrare una disfatta già annunciata in partenza si traduce invece in uno strepitoso successo, a suo volta tradotto in un gran numero di premi ( cinque premi oscar, tre golden globe e tanti altri).

Il film ci permette di rivevere uno dei periodi cruciali della storia del cinema che era già stato trattato (63 anni prima) da Billy Wilder in “Viale del tramonto” : quello del passaggio dal muto al sonoro tra la fine degli anni 20 e l’inzio dei 30 attraverso le vicende di due protagonisti: George Valentin, divo del muto che non crede nelle potenzialità del cinema sonoro (tanto da decidere di voler girare lui stesso un ambizioso film muto) e Peppy Miller. una giovane attrice che prima debutta come comparsa e poi inzierà la sua scalata al successo, diventando in poco tempo un’attrice acclamata e famosa. Inutile dire che le storie dei due protagonisti si incrocieranno, ma non vi anticipo nulla…

Questo “The artist” però va anche apprezzato sul lato tecnico: le didascalie, il montaggio, l’uso di dissolvenze incorciate e quant’altro riescono ad immergere totalmente lo spettatore in quell’atmosfera di decadimento e rinascita, declino e risalita allo stesso tempo. Oltre a ciò bisogna anche notare una certa cura nei dettagli (scenografie,abiti di scena…).

In conclusione è un film che consiglierei non solo agli appassionati di cinema, ma anche a chi vorrebbe avvicinarsi all’argomento. Nonostante sia un “film muto” scorre molto veloce e sono sicuro che sarebbe gradito anche a chi non è abituato a vedere film del genere.

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