Recensione su Room

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Stanza, letto, armadio, specchio / 25 Ottobre 2018 in Room

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Buon film intenso e drammatico.
Il piccolo Jack vive con la madre Joy (l’ottima Brie Larson che ha vinto l’oscar meritatamente per questa pellicola) in una stanza; non conosce nulla del mondo esterno. Pian piano si viene a sapere che Joy è stata rapita 7 anni da un uomo sconosciuto (chiamato Old Nick) che da allora la tiene segregata e la abusa continuamente.
Il film si può dividere in due parti; la prima si svolge all’interno della stanza dove Joy cerca di far vivere al bambino una vita “normale” con le limitazioni del caso. Quando Jack compie 5 anni, Joy si rende conto che non possono continuare a vivere così e insieme cercano di escogitare un piano di fuga. La seconda, a fuga riuscita, vede il lento e faticoso riadattamento al mondo esterno da parte di Joy, la cui esperienza l’ha però segnata negativamente. Allora lo scopo è quello di far crescere Jack che inizialmente ha molte più difficoltà ad abituarsi al Mondo (fuori dalla stanza).
Molte scene dure e dolorose, sia all’interno della stanza che fuori: la forza di Joy all’interno, che riesce a far sembrare a Jack la stanza enorme (basta vedere la reazione poi di Jack quando la rivede fuori dal contesto). Le difficoltà di riadattarsi al mondo esterno con i cambiamenti famigliari degli ultimi 7 anni, i soliti giornalisti invadenti e senza scrupoli (dure le domande che rivolgono nell’intervista a Joy).
Nel resto del cast, minimale soprattutto nella prima parte, da citare Joan Allen e William H. Macy nei panni dei genitori di Joy.

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