Recensione su Prey

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Ciò che più sorprende di Prey è l’atmosfera carica di timore e ansia che tanto ricorda quella del primo Predator / 19 Agosto 2022 in Prey

Ciò che più sorprende di ”Prey”, oltre alla pregevole fotografia, che si erge nella sua cruda estetica, è l’atmosfera carica di timore e ansia che tanto ricorda quella del primo ”Predator”, cult indiscusso degli ultimi anni ‘80.
La pellicola, che mesce cadenze fantascientifiche a quelle del western, creando una sorta di ibrido anacronistico, riesce a coinvolgere per la sua capacità di ricostruire tutti i tropi che hanno poi contraddistinto la popolare saga, e in particolare il suo inizio.
Non si tratta di semplice emulazione, ma di un tentativo ( riuscito ) di riportare austerità a un genere, che nel tempo, nello splatter, ne ha fatto il suo costrutto.
‘’Chi sta cacciando chi?’’
Nella citazione dal film ‘’Van Helsing’’ di Stephen Sommers, si cela il cuore della sceneggiatura, il cui impianto narrativo risulta alquanto lineare, ma stabile.
L’allestimento visivo è d’impatto, e dona alla pellicola una palette di colori quasi spettrale.
Verrebbe da chiedersi a questo punto: ‘’Prey’’ è all’altezza di ”Predator”? In taluni aspetti, è migliore?
Quel che conta è che riesce a sopravvivere al suo spettro, e non è poco, e per quanto riguarda il titolo di cult, solo il tempo ce lo dirà.

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