Paper Man

Vi è mai capitato tra le mani un film che parla di uno scrittore col classico blocco, che cerca l’ispirazione isolandosi in una casetta in montagna?
Vi è mai capitato di vedere un film che cerca di trattare l’autismo, o qualcosa di molto simile ad esso, da un punto di vista che vuole essere alternativo, diverso, creativo?
Vi è mai capitato che le persone che si cagano tra di loro nel suddetto film finiscano poi con l’essere “uguali”? Dei disadattati in partenza, dei disagiati che diventano amici perché fanno del loro disagio comune l’elemento su cui si fonda la loro amicizia.
Questo (e poco altro) è Paper Man, film dove un uomo di mezza età, che si dice scrittore, incontra durante il suo ritiro la bella ma minorenne Emma Stone, che pure lei c’ha i suoi mostri nell’armadio, e tra i due nasce una bella storia d’amicizia.
Lo stesso film, fatto in Italia, sarebbe diventato “Amore 14” di Moccia…al Sundance invece se ne escono con Paper Man che, a onor del vero, non dice nulla di nuovo.
Dare personalità al disagio non è una novità, risolvere due disadattati facendo loro trovare la regolarità nei difetti dell’altro è roba già vista…Forse di nuovo c’è solo la loro differenza d’età.
E alla fine? Si risolvono davvero i loro problemi? La loro solitudine dettata dalla loro personalità, viene infranta? Ah boh.

Consigliato a: Mettiamo che è un film qualsiasi, quindi chiunque potrebbe vederlo quando gli pare. E’ lento e noioso spesso e volentieri, quindi se siete mezzi assonnati fatevi un favore e puntate su altro.