Angosciante / 17 Novembre 2014 in L'intrepido
si vede … ma che angoscia alla fine !
Milano. Antonio è tra coloro che con difficoltà sbarcano quotidianamente il lunario. Pur di lavorare sostituisce le persone temporaneamente assenti dal loro incarico, siano esse muratori, camerieri, autisti…, inventandosi così la professione di “rimpiazzo”. Separato, tenta di mantenere un buon rapporto con il figlio Ivo. Lucia è una giovane che Antonio conosce durante il suo peregrinare all’inseguimento di nuovi possibili lavori.
jossi ha scritto questa trama
Titolo Originale: L'intrepido
Attori principali: Antonio Albanese, Livia Rossi, Gabriele Rendina, Alfonso Santagata, Sandra Ceccarelli, Xu Wei-you, Giuseppe Antignati, Nicola Specchio, Gianluca Cesale, Niccolò Collivignarelli, Fabio Zulli, Bedy Moratti, Aldina Teresa Bossi, Fausto Rossi, Enzo Ferrari, Angelo Costabile, Olga Re, Donatella Bartoli, Giuseppe Aldino, Flora Cinelli, Matteo Silla, Federico Tolardo, Matteo Vignati, Hamada El Kilani, Emiliana Perina, Sokol Togi, Ismaili Agim, Endrik Beba, Renato Rexha, Eno Milkani, Mostra tutti
Regia: Gianni Amelio
Sceneggiatura/Autore: Gianni Amelio, Davide Lantieri
Colonna sonora: Franco Piersanti
Fotografia: Luca Bigazzi
Costumi: Cristina Francioni
Produttore: Carlo Degli Esposti, Gianfranco Barbagallo
Produzione: Italia
Genere: Drammatico, Commedia
Durata: 104 minuti
si vede … ma che angoscia alla fine !
Ok, le persone come Antonio esistono.
Difficilmente si ha la fortuna di conoscerle o incontrarle, ma forse qui si esagera.
Buono, altruista al limite forse dell’esser fesso, sempre sorridente, Antonio fa il “rimpiazzo”, sostituendo per periodi più o meno lunghi altri lavoratori, pur di non stare con le mani in mano e raggranellare qualcosa.
La difficile e solitaria – spesso – vita dei separati, narrata con semplicità senza però cadere nel patetico ma il tutto, oltre ad essere lento, è poco credibile.
Chi ti passa le risposte ad un concorso pubblico?
Chi resterebbe a parlare con l’ex moglie, dopo aver venduto al nuovo compagno di lei le rose, passando tra i tavoli di un ristorante, con calma e dignità?
Tutto il film in realtà sembra un grande ammonimento, oltre ad essere, in alcuni punti, anche un po’ noioso.
Mi spiace, perché Albanese è tra i miei attori preferiti.
Albanese inguardabile, tra il comico e il tragico, perennemente in bilico senza riuscire a stabilizzarsi.
Un Antonio che assomiglia fin troppo ad Amelié de “Il favoloso mondo di Amelié”: tutto rose; tutto questo avere gli occhi tappati e ricoperti da chili di nastro adesivo; tutto questo prendere la vita con il sorriso; tutto questo aiutare gli altri. Solo che in questo film, a differenza di quello sopracitato, non è tutto roseo, va tutto male, ed un ‘buono’ così innocente, in un mondo così crudo ed ingiusto, è impensabile, inimmaginabile, irreale, ed irritante.
Ho odiato il suo parlare lentamente, soprattutto perché, quando -raramente- si rivolgeva ad un qualsiasi altro personaggio, era evidente che si stesse invece rivolgendo a noi: il problema è che quel suo parlare lentamente, col sorriso, con quell’espressione assecondante, mi è parso molto simile al parlare di un adulto con un bambino, o con qualcuno che sappiamo comunque abbia difficoltà a seguirci.
Il finale poi, il suo girarsi e guardarci come a dire “avanti, ora tocca a voi migliorare tutto questo schifo!”, mi ha distrutto ancor di più l’opinione già poco alta di un film fin troppo lento.
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