Recensione su L'intrepido

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Irritante / 6 Novembre 2013 in L'intrepido

Albanese inguardabile, tra il comico e il tragico, perennemente in bilico senza riuscire a stabilizzarsi.
Un Antonio che assomiglia fin troppo ad Amelié de “Il favoloso mondo di Amelié”: tutto rose; tutto questo avere gli occhi tappati e ricoperti da chili di nastro adesivo; tutto questo prendere la vita con il sorriso; tutto questo aiutare gli altri. Solo che in questo film, a differenza di quello sopracitato, non è tutto roseo, va tutto male, ed un ‘buono’ così innocente, in un mondo così crudo ed ingiusto, è impensabile, inimmaginabile, irreale, ed irritante.
Ho odiato il suo parlare lentamente, soprattutto perché, quando -raramente- si rivolgeva ad un qualsiasi altro personaggio, era evidente che si stesse invece rivolgendo a noi: il problema è che quel suo parlare lentamente, col sorriso, con quell’espressione assecondante, mi è parso molto simile al parlare di un adulto con un bambino, o con qualcuno che sappiamo comunque abbia difficoltà a seguirci.
Il finale poi, il suo girarsi e guardarci come a dire “avanti, ora tocca a voi migliorare tutto questo schifo!”, mi ha distrutto ancor di più l’opinione già poco alta di un film fin troppo lento.

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