11 Recensioni su

La guerra è dichiarata

/ 20117.263 voti

18 Maggio 2014 in La guerra è dichiarata

Basta un attimo e la vita felice di Romeo e Juliette viene travolta da una notizia sconvolgente: il loro adorato Adam, di appena 18 mesi, soffre di una forma aggressiva di cancro al cervello.
La lotta contro la malattia ha inizio. I due giovani si allontanano dagli amici, dalla famiglia, perdono il lavoro, ma lottano duramente per stare accanto al loro bambino.

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Una storia d’amore e guerra / 19 Maggio 2013 in La guerra è dichiarata

E’ un film che ti commuove per la sua incredibile dolcezza e spontaneità. E’ una storia d’amore tragica, ma senza l’ingrediente della lontananza. Romeo e Juliette sono disperati, ma sono insieme. Portano la sigaretta alla bocca, la buttano via e scendono dal muretto con gli stessi identici movimenti. Hanno paura e allora sotto le coperte giocano a fare l’elenco di cosa temono di più (che dopo l’operazione il figlio diventi oltre che sordo, cieco, muto, anche omosessuale, negro e che voti Fronte Popolare). Si sfogano bevendo e ballando alle feste. Si commuovono davanti a una canzone suonata con la chitarra quando la festa è ormai finita.

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Una nuova era in cui bisogna essere forti! / 19 Febbraio 2013 in La guerra è dichiarata

Mai titolo più esplicativo! Una storia che trascina lo spettatore in una girandola di avvenimenti che si pensa accadino solamente agli altri, ma con cui purtroppo bisogna fare i conti. Toccante.

13 Gennaio 2013 in La guerra è dichiarata

Dramma moderno al sapor di novelle vague che si sviluppa mediante una ben riuscita esperienza visiva ed emotiva e che fa della celebrazione della vita il suo messaggio portante.

28 Novembre 2012 in La guerra è dichiarata

E’ un bel film, molto particolare. Affronta un argomento importante con un taglio diverso, più ottimistico, anche forse per il finale che lascia già intuire all’inizio. Ottima scelta anche quella. Bello anche che si tratti della vera storia dei protagonisti, nonché regista e sceneggiatore.
I francesi sono avanti cent’anni! Anche in questo film si vedono uomini che collaborano con le compagne in modo naturale e tanto altro.
Toglierei una stella per le sigarette fumate. Ritengo insopportabile la quantità di sigarette fumate nei film.

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20 Ottobre 2012 in La guerra è dichiarata

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Ne avevo letto critiche ottime…
Boh, va beh, non è L’ultima neve di primavera che mi ha traumatizzato da piccola ma… Dov’é il capolavoro?
Mediamente coinvolgente, ritmo non noioso da film francese standard, buon cast di comprimari, bella musica, blah blah e queste cosine qua.
Chi non voglia leggere un giudizio politicamente scorretto non legga ciò che segue.
Perché non mi è piaciuto:
1- E che cavoli! I due genitori passano 3/4 del film a fumare: capisco che grazie ai progressi della medicina ed a una bella botta di culo il bimbo sia guarito dal tumore al cervello ma rischia un cancro causato dal fumo passivo!
2 – Non esistono in Francia dottoresse di qualsiasi ordine e grado che non abbiano inutili e spaventose montature d’occhiali al limite del ridicolo?

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Troppo “Amore” / 4 Agosto 2012 in La guerra è dichiarata

Pur salvandosi per aver evitato tutti i soliti “sensi di colpa” tipici dello stile statunitense, indugia troppo sulla serie “se non ci fossi stato/a tu non ce l’avrei fatta”.
Una sufficienza meritata per uno sguardo diverso su un evento drammatico.

1 Luglio 2012 in La guerra è dichiarata

una giovane coppia deve affrontare la terribile malattia che ha colpito all’improvviso il figlio nato da poco. niente pietismi o sentimentalismi in questa storia più reale che verosimile dato che si tratta di esperienza vissuta.

Nouvelle-Nouvelle Vogue / 15 Giugno 2012 in La guerra è dichiarata

Ma quant’è brava ‘sta Valerie Donzelli! Nella seconda opera da regista di una delle più interessanti attrici francesi del nuovo millennio, la Donzelli dà ampio sfogo all’icona nouvellevougeista che la contraddistungue. Sceglie l’autobiografismo à la Truffaut e l’anti-spleen godardiano, per tratteggiare un film bellissimo che sfiore le corde del cuore e ci tuffa dentro una miriade di emozioni. La storia di Juliette e Romeo, non è altro che quella della stessa regista e del suo ex compagno, che hanno scoperto di avere un figlio con un tumore al cervello. Fermandosi qui, il soggetto potrebbe apparire come quello di un dramma umano difficile e impegnativo, oppure di un medical drama o al massimo di una storia sentimentale sullo sfondo del dolore di due genitori. Invece la Donzelli sceglie un tono allegro, quasi paradossale nel descrivere la vicenda, rinunciando a facili patetismi e ‘anestetizzando’ lo spettatore alle scene del film, anche alle più dure. La guerra è dichiarata, film bellissimo, si muove tra esplosioni di musica, colori e rumori e pianti alternati a risate, in un meccanismo che, ben lontano dall’auto-commiserazione, si pone come ‘antidoto’ al male descritto nel film. Film che, appunto, instaura una specie di senso di comune speranza, o di salvezza pura, al centro di una catastrofe emotiva, come quella di scoprire, per due genitori, di avere un figlio ammalato di cancro. La Donzelli, oltre a calcare la mano sugli aspetti meno dolorosi della vicenda, dà largo spazio alla trasformazione progressiva del rapporto tra Juliette e Romeo(mai nomi più azzeccati, in un paradosso come questo). Come alla fine, la voce off(per una volta non distrurbante nello svolgimento di tutto il film), spiega, i due si lasciano e si prendono tantissime volte, rischiando di rimanere certo non illesi dalla cosa, cambiando, adattandosi alle nuove cose accadute nel loro microcosmo. Il dolore secondo Valerie Donzelli è un nemico che si può battere semplicemente con la compattezza. E nello stesso modo si può combattere la paura. L’impressione finale che dona il film, è quella di un cinema infinitamente umano, in cui si fondono gioia immensa a immenso dolore, e ne riesce immenso cambiamento. L’interpretazione dei due protagonisti è maiuscola: nel grand guignol doloroso delle loro anime, i due trovano spazio per la speranza solo stando insieme. Nella scena, forse la più bella del film, in cui i due sono sulla spiaggia insieme al bambino piccolo, dopo essersi allontanati dall’ospedale, questa cosa emerge chiaramente. Un senso di tranquillità quasi esotica pervade la parte centrale del film, specie dopo l’operazione riuscita del piccolo Adam ad opera del blasonato chirurgo, che dovrebbe salvargli la vita. Ma il cammino per la guarigione del piccolo è lungi dall’essere finito. Come detto, la musica ricopre un ruolo importante nel film. Come nella maggior parte dei film francesi dell’ultimo periodo, la musica descrive esattamente i sentimenti e ciò che vogliono trasmettere i personaggi agli spettatori, in dipendenza anche dalla risoluzione o dallo svoglimento del film, che sia sfavorevole o favorevole. In questo caso, le musiche sono vere e proprie esplosioni di sentimenti e di grandi emozioni, emozioni vere, non dettate dallo sconforto, ma dal desiderio puro di salvezza. Con una regia abbastanza ispirata, La guerra è dichiarata è un vero e proprio inno alla vita, che per quanto disastrosa, catastrofica o anche ingiusta, resta l’unico appiglio quando non ce la facciamo più. ‘Perchè è successo a noi?’ chiede Romeo. ‘Perchè noi ce la possiamo fare’, risponde Juliette. In questo piccolo scambio di parole, sta l’essenza e la vitalità del film della Donzelli. Così tenero da appassionare, così sincero da commuovere, così dolce da farsi amare.

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Energie alternative / 5 Giugno 2012 in La guerra è dichiarata

Quando tutto sembra perduto, quando il dolore ti travolge, proprio allora si riescono a trovare energie inaspettate.
La guerra contro la malattia raccontata con tono leggero, sincero, quasi giocoso.

La vittoria della vita / 5 Giugno 2012 in La guerra è dichiarata

Il film è veramente lodevole. Partendo da una tematica alquanto devastante e triste (ho versato fiumi di lacrime) riesce a trasmettere un particolare senso di positività grazie alla forza dei personaggi e alla loro quasi inspiegabile voglia di vivere. Non è mai sdolcinato o tragico ma piuttosto si muove sul fronte del visionario e spesso anche dell’ironico. Ulteriore nota positiva è il fatto che la regista/protagonista e il protagonista maschile hanno realmente vissuto la storia del film, il tutto rende ancora più profonda ed efficace la riflessione sul dolore della malattia e la necessità del superamento della sofferenza.

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