Io sono Li
/ 20117.898 votiIl film racconta l'incontro tra Shun Li, un'immigrata cinese che viene mandata a lavorare a Chioggia, in attesa di poter riabbracciare il figlio e Bepi, un pescatore poeta. A metà tra la laguna e il mare nasce un rapporto fatto di ascolto, rispetto e tenerezza, capace di tenere testa ai pregiudizi, ai sospetti, alla volgarità. Su tutto, la forza della poesia, che accende luci colorate sull'acqua e riesce a far incontrare culture diverse. E'stato premiato, nel 2011, al Festival di Venezia.
emily ha scritto questa trama
Titolo Originale: Io sono Li
Attori principali: Zhao Tao, Rade Šerbedžija, Marco Paolini, Roberto Citran, Giuseppe Battiston, Giordano Bacci, Spartaco Mainardi, Zhong Cheng, Wang Yuan, Amleto Voltolina, Andrea Pennacchi, Guo Qiang Xu, Sara Perini, Federico Hu, Hi Zhijian, Ni Jamin, Mostra tutti
Regia: Andrea Segre
Sceneggiatura/Autore: Andrea Segre, Marco Pettenello
Colonna sonora: François Couturier
Fotografia: Luca Bigazzi
Produttore: Nicola Rosada, Francesco Bonsembiante, Francesca Feder
Produzione: Italia
Genere: Drammatico
Durata: 100 minuti
Dove vedere in streaming Io sono Li
Un film ben diretto che racconta in modo essenziale ma efficace il sottobosco di razze che popola le nostre città; sottobosco fatto di persone, emozioni, che non sempre possono vivere liberamente coem noi.
In una mattinata di pioggia preludio d’autunno ho visto questo meraviglioso film sull’integrazione e la tenerezza. La laguna di suo ce la mette tutta per metterti tristezza ma poi quella amicizia tra due persone così diverse ma accomunate dall’esperienza dell’arrivo in un nuovo paese, che spesso non ama questi “intrusi” e dietro la facciata dell’accettazione resta ben presente che l’altro è altro e non potrà mai essere nostro, ti scalda il cuore.
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Un altro esempio di come il cinema italiano non sappia promuoversi ma, anzi, spesso e malvolentieri affida le sue speranze di farsi notare sulla piazza internazionale a lavori che non lo meriterebbero e finisce per dimenticarsi di piccoli prodotti dal grande impatto.
In questo caso è così. Il film ha un suo ritmo, placido come il movimento del mare della laguna, e si adatta perfettamente ai moti dell’animo di 2 persone molto diverse ma anche molto simili, sole e bisgonose di un qualche appoggio.
L’incomunicabilità tra due mondi così lontani ma costretti ad interagire viene abbattuta dall’amicizia semplice tra una donna cinese e un pescatore chioggiotto ma il pregiudizio è forte da entrambe le parti ed è triste e sconfortante osservare come, anche nel momento in cui è chiaro che si possa andare oltre, tutti confabulino perchè gli universi rimangano separati.
Bella fotografia, bravo il cast (molto naturale, poi c’è Marco Paolini per cui nutro una certa ammirazione), sottile il messaggio, raccontato con passione e senza inutili fronzoli da storiella romantica.
Oltre a non parlarne mai, oltre a farlo passare nel dimenticatoio presto, anche il depliant con la trama rapida era sbagliato.
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ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama
Non nel senso di lì, eh. Shun Li è una cinese immigrata in Italia che deve lavorare per chi le ha pagato il viaggio per venire e per far venire qui anche il figlio di 8 anni rimasto in Cina. Dove la mettono sta. Viene mandata a Chioggia, a gestire un bar appena rilevato dai suoi padroni cinesi. Qui fa la conoscenza, dapprima difficile poi sempre più confidenziale, con il gruppo di vecchi pescatori che da tutta la vita gravitano intorno al bar, e in particolare con Bepi, uno slavo detto “il poeta” con la quale il legame diventa più stretto. Ma il posto è piccolo e la gente mormora, e i sentimenti nella provincia non trovano spazio, e ancora meno se hai dei padroni cinesi del ca**o che ti impediscono di parlare con i non cinesi. Vengono forzatamente separati ma, in un qualche modo e a distanza, si ritroveranno. Svariate sono le qualità in questo primo lungometraggio di finzione di quello che era, e si vede, un documentarista. Il paesaggio della laguna, con i suoi ritmi e le maree, scandisce stagioni e anni di una vita che per i pescatori è sempre uguale a se stessa. In essa l’arrivo di Li è una novità, e in essa lei trova una specie di seconda famiglia dalla quale non vorrebbe più separarsi. C’è anche il fatto che questi cinesi sono dinamici e malvagi, e comprano i bar in giro e sono organizzatissimi, contrapposti alla staticità degli italiani e delle acque calme della laguna. Li è nelle loro mani, perché il figlio è la ragione di vita in funzione della quale lei prende le decisioni. C’è infine un Battiston stellare nel ruolo secondario del bulletto da bar, voi immaginate Battiston vestito con una giacca in pelle lucida un po’ zarra e con un tatuaggio di una stella sul collo. Fa scassare dal ridere, è cattivo e stupido come deve essere, e con quella giacca sembra una mongolfiera (oh, Battiston, io ti lovvo eh). Uno di quei film meritevolissimi e che ovviamente non caga nessuno. E vabbè. Peggio per voi. Loro. Gli altri, fuck!
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Una piacevole sorpresa. Film apparentemente triste e pesante invece scorre via meglio di tante commedie pretenziose.