ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama
Non nel senso di lì, eh. Shun Li è una cinese immigrata in Italia che deve lavorare per chi le ha pagato il viaggio per venire e per far venire qui anche il figlio di 8 anni rimasto in Cina. Dove la mettono sta. Viene mandata a Chioggia, a gestire un bar appena rilevato dai suoi padroni cinesi. Qui fa la conoscenza, dapprima difficile poi sempre più confidenziale, con il gruppo di vecchi pescatori che da tutta la vita gravitano intorno al bar, e in particolare con Bepi, uno slavo detto “il poeta” con la quale il legame diventa più stretto. Ma il posto è piccolo e la gente mormora, e i sentimenti nella provincia non trovano spazio, e ancora meno se hai dei padroni cinesi del ca**o che ti impediscono di parlare con i non cinesi. Vengono forzatamente separati ma, in un qualche modo e a distanza, si ritroveranno. Svariate sono le qualità in questo primo lungometraggio di finzione di quello che era, e si vede, un documentarista. Il paesaggio della laguna, con i suoi ritmi e le maree, scandisce stagioni e anni di una vita che per i pescatori è sempre uguale a se stessa. In essa l’arrivo di Li è una novità, e in essa lei trova una specie di seconda famiglia dalla quale non vorrebbe più separarsi. C’è anche il fatto che questi cinesi sono dinamici e malvagi, e comprano i bar in giro e sono organizzatissimi, contrapposti alla staticità degli italiani e delle acque calme della laguna. Li è nelle loro mani, perché il figlio è la ragione di vita in funzione della quale lei prende le decisioni. C’è infine un Battiston stellare nel ruolo secondario del bulletto da bar, voi immaginate Battiston vestito con una giacca in pelle lucida un po’ zarra e con un tatuaggio di una stella sul collo. Fa scassare dal ridere, è cattivo e stupido come deve essere, e con quella giacca sembra una mongolfiera (oh, Battiston, io ti lovvo eh). Uno di quei film meritevolissimi e che ovviamente non caga nessuno. E vabbè. Peggio per voi. Loro. Gli altri, fuck!
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