Recensione su Manodopera

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Una storia attuale / 4 Settembre 2023 in Manodopera

Manodopera (il titolo originale francese è traducibile con la esecrabile espressioneVietato [l’ingresso] ai cani e agli italiani) è un piccolo grande film in tecnica mista (live action e animazione in stop motion) che intende ricordare a tutti quanto gli ultimi di ogni contesto sociale e momento storico siano carne da macello e quanto sia difficile affrancarsi da una condizione di inferiorità economica, senza scontare -in molti casi- sacrifici inumani.

Il film è dedicato a Nuto Revelli, scrittore e partigiano italiano, il cui libro “Il mondo dei vinti. Testimonianze di vita contadina. La pianura. La collina. La montagna. Le Langhe.” ha rappresentato una fonte documentaria essenziale, per il regista.

Le descrizioni degli immigrati italiani che facevano i giornali francesi all’inizio del XX secolo, riportate nel film di Alain Ughetto (premiato con il Grand Prix de la Jury ad Annecy 2022 e con l’European Film Award 2022 come miglior film di animazione) sono di una sconcertante attualità. Come diceva il Bellavista di De Crescenzo, si è sempre meridionali di qualcuno. E, in questo caso, come introducevo in apertura, facendo riferimento al titolo francese del film, si può essere drammaticamente “a sud” anche nella scala sociale.
In questo senso, la storia degli Ughetto è emblematica e paradigmatica e, purtroppo, attuale.

Il film di Ughetto è il racconto misurato di una epopea famigliare che, grazie alle possibilità estetiche e formali messe a disposizione dall’animazione a passo uno (e dalla fantasia del regista e animatore francese) riesce a stemperare per quasi tutta la propria durata il dramma nella fiaba.
La prima parte del film, dove prevalgono alcuni elementi quasi surreali (la mucca-giocattolo, per esempio, o Cesira che usa Alain per far avere una patata cotta ai protagonisti), mi è sembrata la più riuscita ed efficace.
Gli alberi sono realizzati usando teste di broccoli, i mattoni sono zollette di zucchero, il legno è cartone, le nuvole sono fatte di cotone e le montagne di carbonella.
Così, in modo altrettanto astratto, le morti, gli allontanamenti e le scomparse avvengono quasi senza strepiti, con un senso di fatalità quasi irreale che sembra appartenere a un’altra epoca (o a un altro mondo).

Accanto a interessanti soluzioni (lo sfondamento della quarta parete, la presenza -materiale- delle mani di Alain Ughetto in scena, come se si trattasse di un personaggio della storia; la filosofia di vita pratica e mai patetica della nonna Cesira; le invenzioni scenografiche), mi duole muovere qualche blanda critica al film.
In primis, quella ai pur bei pupazzi protagonisti (animati molto bene), esteticamente troppo simili gli uni agli altri per riuscire a distinguere facilmente i vari personaggi (certo, la cosa potrebbe essere voluta, per sottolineare l’uniformità dei destini, però crea qualche difficoltà “pratica”).
A seguire, ma questo è un dato a latere, che esula dalla qualità generale del prodotto, per quanto si tratti di battute molto brevi, la presenza di dialoghi in francese e relativi sottotitoli non facilitano la fruizione del film da parte degli spettatori più giovani (in sala, c’erano alcuni bambini che non ho ben capito quanto, in generale, abbiano apprezzato il film).

2 commenti

  1. Mr.Walty / 16 Settembre 2023

    Dove si puó recuperare? È al cinema?

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