Honeymoon

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Honeymoon

Paul e Bea, sposini novelli, sono in viaggio di nozze presso un cottage vicino al lago. I due non potrebbero essere più felici, ma una notte Bea sparisce misteriosamente: Paul la ritrova dopo un po', nuda e in stato confusionale. Da quel momento in poi, la giovane non sarà più la stessa.
Lily_Chan ha scritto questa trama

Titolo Originale: Honeymoon
Attori principali: Rose Leslie, Harry Treadaway, Ben Huber, Hanna Brown, Bob Harrison, John Lauterbach, Peter Leo

Regia: Leigh Janiak
Sceneggiatura/Autore: Phil Graziadei, Leigh Janiak
Colonna sonora: Heather McIntosh
Fotografia: Kyle Klutz
Costumi: Courtney Arthur
Produttore: Julie Parker Benello, Patrick Baker, Esme Howard
Produzione: Usa
Genere: Horror
Durata: 88 minuti

Dove vedere in streaming Honeymoon

MATRIMONIO INFELICE / 1 Dicembre 2016 in Honeymoon

Il capanno nei boschi, che sia in montagna o in riva al lago, è ormai sinonimo di tragedia sin dai tempi in cui Sam Raimi decise di rovinare le vacanze a centinaia di migliaia di turisti.

“Honeymoon” comincia con quasi quaranta interminabili minuti di “spiccionamenti” tra due novelli sposini. Per non annoiare troppo, gli amoreggiamenti vengono alternati a scaramucce tra innamorati e dialoghi scialbi. Il primo atto scricchiola via che è una meraviglia. Il secondo e il terzo sono lievemente meglio ma la sceneggiatura non offre appigli allo spettatore che non può fare altro che pentirsi di non aver scelto un passatempo migliore.
La tensione vorrebbe ma non può. Si risolleva verso la fine ma nemmeno poi tanto.

Considerato che si tratta di un opera prima non mi sento di condannare eccessivamente il risultato ottenuto, ma nemmeno di essere troppo benevolo.
87 minuti che non vi lasceranno nulla. Leigh Janiak mette assieme qualcosa di Carpenter, qualcosa di Raimi, qualcosa di Cronenberg e forse qualcosa di Friedkin senza però trarne nulla di buono.

In definitva sembra solo una brutta puntata di X-files.

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Fiacco / 24 Agosto 2016 in Honeymoon

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Al suo esordio alla regia e alla sceneggiatura, tale Leigh Janiak si dedica ad una storia piena di rimandi narrativi che attingono a piene mani da molti capitoli emblematici della storia del cinema, dal Cronenberg di Brood a L’invasione degli ultracorpi di Don Siegel, fino a quel finale che, palesemente, richiama entrambi i Funny Games di Haneke.
Peccato che, sulla strada, la Janiak si perda a lungo, mandando all’aria interessanti premesse narrative e tecniche (apprezzabilissimo l’uso ponderato delle evidentemente scarse risorse economiche a disposizione: bella la fotografia, essenziali e funzionali le scenografie).

Pur inserendo nel racconto un tocco inedito, profondamente romantico, ben sviluppato anche grazie alla giusta presenza fisica dei due attori protagonisti (la scozzese Rose Leslie e l’inglese Harry Treadaway, l’una vista nella serie tv Utopia e l’altro in Penny Dreadful), tanto da rendere la pellicola un inedito thriller-romance, il lavoro di sceneggiatura zoppica nella definizione del conflitto, cioè là dove dovrebbe esprimersi meglio: in parole povere, nulla è davvero ambiguo quanto il plot richiederebbe. Il cambiamento di Bea è incolore, limitato ad una sorta di amnesia selettiva e ad un incostante desiderio sessuale: è chiaro che, nel suo corpo e nella sua mente, sta accadendo qualcosa, ma allo spettatore è negato afferrare il suo tormento, perché Bea (e, di conseguenza, la Leslie) nulla trasmettono in merito. Pur riconoscendo al film un altri spunti interessanti (es. nessuno è un eroe e Paul ha dubbi e si sbaglia come potrebbe capitare a chiunque: dieci e lode, quindi, per aver mantenuto la vicenda nel solco della “normalità”), nel complesso, il lavoro della Janiak annoia e non stupisce mai.
Semplicemente, si attende stancamente la conclusione del film per comprendere la natura dell’alienazione della protagonista.

Complici i pessimi dialoghi che sembrano improvvisati dagli attori (forse, per rendere ulteriormente “credibile” il racconto, vedi sopra), il film manca in molti passaggi di precisa consequenzialità e il gioco dei contrasti prima/dopo, l’insieme degli “indizi” disseminati nella prima parte del racconto per cogliere le differenze in Bea, a ben poco servono per rivitalizzare un film francamente fiacco.

Doppiaggio italiano da dimenticare.

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