Recensione su Harold e Maude

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Harold e Maude
Regia:

E che cast! / 17 Aprile 2014 in Harold e Maude

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Hal Ashby è uno dei registi più rappresentativi del cinema USA degli anni Settanta. Ha raccolto molto poco e non sempre ha diretto le sceneggiature giuste, ma il suo contributo alla settima arte lo ha dato attraverso due pellicole che sono autentici capolavori: Harold e Maude (del 1971) e Oltre il Giardino (che vede la luce alla fine del decennio e si porta via la vena migliore di questo autore un po’ scomodo e dalla filosofia di vita molto hippie). Harold and Maude è una commedia nera scritta da Colin Higgins, un tipico testo da fine anni Sessanta che ci riporta una delle coppie più strane apparse sul grande schermo; Harold (Bud Cort) è un giovane di famiglia molto agiata che ha tutto dalla vita, ma ha un problema: è ossessionato dalla morte e il suo hobby preferito è andare ai funerali. Maude (Ruth Gordon) è invece un’arzilla vecchietta che ha lo spirito di un’eterna ragazzina. L’incontro con Harold segnerà l’inizio di una straordinaria avventura tra due anime che si trovano all’estremo del percorso della vita. Ashby ci racconta dunque una favola, una storia surreale che però analizza in modo spietato la società contemporanea attraverso temi attualissimi come il pregiudizio, la morale convenzionale e il modo di porsi nei confronti della vita. Il film è essenzialmente un inno alla libertà, al rispetto delle diversità. La figura di Maude incarna perfettamente l’equilibrio che si può raggiungere nella propria vita, non importa il tipo di esperienze che si fanno: l’importante è farle, belle o brutte non possono che far crescere e migliorare; è un personaggio eccentrico e misterioso che compare all’improvviso costretto ad affrontare lo humour nero e rassegnato di Harold. Al giovane protagonista infatti manca la capacità di vedere il lato fresco e positivo che si cela dietro ogni cosa e per protezione si considera disadattato che, inscenando finiti suicidi (tutte scene spassosissime), cerca di attirare le attenzioni di una società inquadrata, simboleggiata dalla figura bizzarra dello zio eroe di guerra, dal falso perbenismo retto da valori convenzionali e usurati. Il film è un continuo susseguirsi di scene memorabili, una su tutte riguarda il vero e proprio attacco che Ashby fa alla cultura dell’apparenza, la Jaguar E-Type, dono della madre che Harold trasforma in un carro funebre, una celebrazione decisa del funerale della società dei consumi. Bellissima la coppia Gordon-Cort che regala momenti di assoluta magia, perfetta la colonna sonora di Cat Stevens che sottolinea tutti i momenti più significativi della storia con le sue canzoni, una commedia entrata giustamente nella storia del cinema.

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