6 Recensioni su

Hardcore!

/ 20155.051 voti

il voto sarebbe un 6.5 / 18 Giugno 2020 in Hardcore!

Film particolare.
Henry si risveglia in un misterioso laboratorio a Mosca dove trova una donna (Haley Bennett) che si presenta come sua moglie.
La trama è solo un sottile pretesto per questa pellicola girata tutta in soggettiva come se fosse un videogioco (Sparatutto) in
prima persona; infatti il punto di vista dello spettatore è quello di Henry. Inizialmente confuso ma che si rivela essere una
macchina (in effetti è più cyborg di uomo) mortale; inoltre la pellicola è anche dotata di ironia dovuta soprattutto al personaggio
di Jimmy (Sharlto Copley visto in District 9) in molteplici panni.
Il film va quindi seguito come se fosse un videogioco, spegnendo il cervello e godendosi l’adrenalina e la tensione che sale.
Nel resto del cast da citare anche Tim Roth nei panni di un piccolo ruolo (si intravede all’inizio) che non voglio svelare.

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Originale! / 22 Agosto 2017 in Hardcore!

Un action movie che non ha nulla di nuovo, con la solita trama sciocca e banale. ma la pellicola ha un asso nella manica, che lo rende particolarmente interessante: è girato tutto in stile go-pro, in soggettiva, e vedi e vivi tutto quello che gli occhi del protagonista (che non parla!) vedranno.
Inseguimenti, fughe e sparatorie ti tengono curiosamente con lo sguardo attento a vedere come andrà a finire.
Interessante esperimento. 6,5.

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Pensavo molto peggio / 23 Aprile 2017 in Hardcore!

Allora, partiamo da un presupposto: questo film non ha senso come trama ed è tutto un pretesto per testare la possibilità di fare un film come se fosse un FPS in prima persona. Il risultato finale alla fine non è neanche così disastroso come immaginavo all’inizio, forse perché appassionato di videogames: è come prendere la pazzia di Trevor di GTA, mescolarla alle esecuzioni di Manhunt, metterci l’agilità di Ezio Auditore e ispirarsi leggermente a Robocop e avrete questo film, tutto in prima persona. Che dire, è spesso e volentieri assurdo, stupido, però se non altro, nella sua pochezza riesce ad intrattenere un minimo: preparatevi a combattimenti e sparatorie frenetiche, a salti incredibili e a sbudellamenti come se piovesse. Ripeto, è una cavolata, non è secondo me nemmeno alla pari di action volutamente ca**oni come Crank o Shoot Em Up, però pensavo decisamente peggio e in conclusione, è passabile, almeno da un punto di vista della realizzazione e dell’intrattenimento in sé. Cast russo molto anonimo, però tra tanti ci sono Sharlto Copley e, soprattutto, un certo Tim Roth, che ha sempre il suo perché.

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Should be illegal. / 27 Luglio 2016 in Hardcore!

Dovrebbero rendere illegale la proiezione di una roba del genere per più di 10 minuti.
Si tratta di un film d’azione PURA (ma non un PURO film d’azione), con la scelta particolare di renderlo un videogame in prima persona…ma con attori veri e con la scelta che ti dà un film a differenza di un videogioco, vale a dire NULLA, visto che è tutto deciso dagli autori e te sei solo lì a vederlo. E’ un fps con tutti i suoi difetti, insomma, e anche di più.
La visuale è quella di Henry, protagonista di un film che, pure fosse stato diretto normalmente, sarebbe comunque passato inosservato. Così desta interesse per la scelta del punto di vista sempre preso dallo sguardo di Henry ma, per 90 minuti, che due palle!
Si voleva portare l’azione in prima persona (e che dovrei vedermelo con un VR alla testa sto film?) e invece si ottiene l’effetto contrario di alienare lo spettatore dall’azione perché, nella bella e cara violenza delle scene di mazzate/sparatorie/accoltellamenti, non ci si capisce un ca**o, con un effetto lavatrice che al più ti rincogli**isce.
Bella la scena dell’adrenalina iniettata nel protagonista, così facciamo pure un po’ di parkour e di roba supereroistica nei suoi panni.
“Essere John Malkovich” ma senza tutta la parte figa.

Consigliato a: A chi ama il mal di mare, così di certo se lo fa venire.

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manca solo Vladimir Putin su un tirannosauro / 15 Aprile 2016 in Hardcore!

Vasilij Molotov: “Tovarish Naishuller, perché non facciamo un film?”
Ilya Naishuller: “DA! ma lo facciamo in soggettiva tipo i film in bianco e nero Kapitalisti e ci creiamo una storia di menare”
Nikolai Kalashnikov: “Nikolai non muore mai”
Vasilij: “Si ma, la trama?”
Ilya: “Vladimir Putin”

Hardcore Henry
Il protagonista del film si sveglia e scopre di essere un robot, la scienziata che lo riporta in vita, la “moglie”, gli spiega che un tempo era un essere umano ma lui non si ricorda una sega e quindi ha rimosso anche i bei momenti passati con lei. A 2 minuti dall’inizio entra in scena il cattivo, per i meno lungimiranti è quello nella foto, che ha i superpoteri e vuole Henry tutto per sé.
Il cattivo rapisce la moglie e Henry deve ritrovarla.
Fine della trama. Semplice, lineare, penserete voi, peccato che abbia dei buchi così grossi che fanno sembrare il film un groviera e io che ho visto un sacco di film d’azione posso dire che almeno quelli muscolari anni ’80 avevano delle frasi ad effetto che li riempiva. C’è un problema dietro Hardcore Henry ed è il fatto che tutti quelli che ci hanno lavorato confondono, come molti cinefili, l’azione con la confusione. Hardcore Henry è un film di confusione:
le GoPro Hero 3 potevano essere uno dei punti forti del film,
peccato però che fra un salto e l’altro non viene fuori un’azione pulita. Numerose sono le sequenze dove non si capisce una cippa lippa, anche in parte dei combattimenti, e non metto in dubbio che a livello coreografico c’è stato un allenamento da parte dei vari stunt. Quello che sto dicendo è che per i combattimenti poteva evitare la soggettiva, prendete The Raid o The Raid 2, quanto ca**o sono belli i combattimenti? In The Raid si sentono le ossa che si spezzano, le mani che colpiscono e i piedi che rompono le giunture. Senti il puzzo del sudore, il sangue, il fango e porco dia arrivo al punto che mi rode il c**o diventato rosso come quello di un babbuino. Non sto dicendo che le scene d’azione sia proprio brutte, ma quello che vediamo in Hardcore Henry non è un film d’azione, la violenza non è spettacolare come in un film di John Woo (e tra l’altro anche John Woo nelle sparatorie inquadra dalla spalla di Chow Yun Fat al grilletto della pistola) o in un film di Peckinpah. In Hardcore Henry la violenza è fine a sé stessa. È pornografia, di sangue ne vedi a litri ma non ti arriva la magia filmica. Tu assisti alla violenza, al sangue, e ti chiedi, dopo l’ennesima uccisione cos’altro mi vuoi far vedere? Chi è il prossimo? Cosa resta? Dopo che hai ammazzato quello con il lanciafiamme, l’altro con il lanciagranate, quello con le granate, cosa rimane? Niente.
A parte il mal di testa.

Io amo i film d’azione e credevo tantissimo in questo progetto.
Ho letto che “Hardcore è il primo film in prima persona e ci fa porre delle domande sul futuro delle riprese in soggettiva”. Già lo scrissi un mese fa: Hardcore non è il primo film in soggettiva. Abbiamo svariati esempi di film ripresi completamente in soggettiva, Lady in the lake (tra l’altro è presente un poster del film all’interno dell’appartamento che Henry raggiunge nei primi minuti di film, dopo una scena di parkour) è uno di questi. Spero vivamente che il futuro del cinema non sia un film in prima persona perché l’oggettività è una parte molto importante di qualsiasi materia/arte/cazzo/mazzo preso in esame mostrando la realtà in modo diretto, visualizzando tutto ciò che è necessario in quel momento. In mezzo a tanta me**a c’è qualcosa di salvabile: la sequenza ambientata prima sui tetti del laboratorio di Jimmy (che fa molto Call of Duty), dove una sua replica vestita da Maggiore semina il panico a colpi di fucile da cecchino, e quella subito dopo all’interno dell’edificio abbandonato. Interessante è anche l’inseguimento sulle moto ma al di là di queste poche azioni memorabile, c’è troppa roba demenziale e trash allo stesso tempo:
a) un balletto sotto le note di I got you under my skin che è “oribbbile” con tre “b” e una “r” sola. Voleva allungare la broda, complimenti bella me**a.
b) a una certa esce fuori un T-80 un carro armato che puzza di Perestrojka, lui ammazza i componenti che lo guidano e lo lascia là. E lo lascia là, preferendo una pistola ad un T-80.
c) tutta la sequenza all’interno dello strip club e la tizia doppiata (uno dei pochi personaggi doppiati) armata di katana che era meglio non doppiarla visto che metà film non era doppiato.
d) manca solo Vladimir Putin su un orso, Il’ja Ivanovič Ivanov con l’esercito di scimmie e Vladimir Makarov.

La soggettiva era una buona idea ma non regge, la frenesia nei movimenti aiuta eh, maschera, ma non ti fa capire quello che succede in alcune sequenze non si capisce bene cosa accade, sembra di essere nel combattimento di Transformers fra le piramidi dove non si capisce cosa combatte cosa e chi combatta chi. E infine, perché lui ha i superpoteri? Dico il cattivo, quello nella foto. Ha i super-poteri e non ci viene spiegato il motivo per cui lui debba avere dei superpoteri. Ehi biondo, non serve che ti fai l’esercito di super-soldati, hai i super-poteri!

Hardcore Henry sembra voler imitare Crank ma non ci riesce e lo spettatore si ritrova in un mattatoio. Assisti in modo passivo a una serie di uccisioni che alle lunghe annoiano. Ho capito che in Russia vi calate il Krokodil pesante, ma sembra di vivere per 90 minuti un video de “Little Big” e non lo augurerei a nessuno.

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La stoffa del Cult / 10 Aprile 2016 in Hardcore!

Hardcore! è un film che si inserisce, o forse apre, il filone del videoludic-cinema in senso stretto. Girato interamente in soggettiva, si sviluppa in un continuum, o piano-sequenza se vogliamo, che si nutre di un ritmo frenetico per compensare l’unico punto di vista in cui è costretto lo spettatore. Ovviamente le cause di tale frenesia sono anche da ricercare in precise scelte di riferimento al mondo del gaming d’azione, dallo sparatutto all’action RPG e molto altro.
Ilya Naishuller non è nuovo a questo tipo di tecnica visiva, anzi proprio il videoclip musicale “Bad Motherf*cker” per il gruppo punk Biting Elbows (di cui egli stesso è front man), ha spinto il produttore Bekmambetov a contattarlo per proporgli un intero lungometraggio raccontato in prima persona, il cui risultato è appunto Hardcore!. Muovendosi attraverso gli occhi di un ibrido umano-cyborg che non ha memoria del passato e a cui non c’è stato tempo di installare il modulo vocale (per cui non parla), lo spettatore ne seguirà pedissequamente gli incontri ma soprattutto gli scontri, perché l’arco narrativo assume ben poco significato in questo prodotto (preoccupandosi di gettare unicamente le basi di un contesto hi-tech), che presto si abbandona coscientemente al dato visivo, all’azione pura e al trasporto nel mondo dei videogiochi. Forse è questa natura velleitaria il vero punto debole del film, ma trattandosi di sperimentazione potrebbe anche rivelarsi il suo contrario. C’è quindi da chiedersi se trasportare il videogioco (o meglio il videogioco d’azione) sul grande schermo privandolo dell’interattività sia una mossa vincente. Sicuramente è un esperimento apprezzabile se non necessario, coraggioso e decisamente consigliato per la sua ventata innovativa. Poi sarà il pubblico a decidere se spedirlo nel dimenticatoio o elevarlo a cult.

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