8 Settembre 2013 in Gorbaciof
Sempliciotto ed ingenuo, Servillo quasi muto salva la baracca e… eppur piaciucchiommi. Forse, ogni tanto, quando vaghezza mi punge, una storia sentimentale à la Bella e la Bestia può farmi piacere.
Tutti lo chiamano Gorbaciòf per la vistosa voglia sulla fronte, ma il suo vero nome è Marino Pacileo. Vive facendo il contabile nel carcere napoletano di Poggioreale dalla cui cassa sottrae spesso i soldi per pagarsi il vizio del gioco. Nel retrobottega di un ristorante cinese dove è solito a giocare a poker incontra Lila, figlia del gestore, e se ne innamora. Dopo aver donato al padre della ragazza una grossa somma per pagare dei debiti, Gorbaciòf fatica a saldare i suoi nei confronti di un corrotto avvocato. Non gli resta perciò altra scelta che intraprendere alcune pericolose attività criminali.
Anonimo ha scritto questa trama
Titolo Originale: Gorbaciof
Attori principali: Toni Servillo, Yang Mi, Nello Mascia, Geppy Gleijeses, Salvatore Ruocco, Hal Yamanouchi, Gaetano Bruno, Antonio Buonomo, Agostino Chiummariello, Salvatore Striano, Francesco Paglino
Regia: Stefano Incerti
Sceneggiatura/Autore: Stefano Incerti, Diego De Silva
Colonna sonora: Teho Teardo
Fotografia: Pasquale Mari
Costumi: Ortensia De Francesco
Produttore: Luciano Martino, Massimo Vigliar, Edwige Fenech, Angelo Curti, Sergio Pelone
Produzione: Italia
Genere: Drammatico
Durata: 80 minuti
Sempliciotto ed ingenuo, Servillo quasi muto salva la baracca e… eppur piaciucchiommi. Forse, ogni tanto, quando vaghezza mi punge, una storia sentimentale à la Bella e la Bestia può farmi piacere.
Consigliato da un amico, Robè, questa me la paghi!
La noiosa storia del sosia muto di Francesco Mandelli, che si veste per 15 giorni allo stesso modo, appassionato del gioco d’azzardo e di una ragazza cinese identica a tutte le altre ragazze cinesi.
Sceneggiatura latente, approssimativa e deficitaria.
Più che un film è un quiz per noi napoletani: “indovina la location”.
Senza Servillo sarebbe un film inutile. Grazie a Servillo è passabile, nonostante il palese scopiazzamento da Lost in Translation e Pulp Fiction.
Sono uscita dal cinema chiedendomi “Ma che cazzo..?”
Regia essenziale, parole poche, storia appassionante e Servillo strepitoso = ottimo film !
Film esile con una sceneggiatura modesta e una regia con poche idee. Anche Servillo non convince, gigioneggia più del solito. La scena finale all’aereoporto è un cult…
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