A un metro da te

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A un metro da te

I diciassettenni Stella e Will si conoscono nell'ospedale in cui sono entrambi ricoverati: il loro è amore a prima vista. Entrambi ammalati, sono costretti a non potersi toccare e a mantenere sempre una distanza di circa un metro e mezzo fra di loro. Il rischio, infatti, è quello di veicolare batteri letali per i loro organismi.
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: Five Feet Apart
Attori principali: Haley Lu Richardson, Cole Sprouse, Moisés Arias, Kimberly Hebert Gregory, Parminder Nagra, Claire Forlani, Emily Baldoni, Gary Weeks, Rebecca Chulew, Sue-Lynn Ansari, Ariana Guerra, Cecilia Leal, Cynthia Evans, Trina LaFargue, Sophia Bernard, Brett Austin Johnson, Evangeline Hill, Ivy Dubreuil, Kristopher Perez, Demi Castro, Keianna Nutley, Armando Leduc, Jim Gleason, Phillip Mullings Jr., Maxwell Baldoni, Todd Terry, Johnny Otto, Mostra tutti

Regia: Justin Baldoni
Sceneggiatura/Autore: Mikki Daughtry, Tobias Iaconis
Colonna sonora: Breton Vivian, Brian Tyler, Stephanie Bryant
Fotografia: Frankie DeMarco
Costumi: Rachel Sage Kunin, Wendy Talley
Produttore: Cathy Schulman, Christopher H. Warner, Justin Baldoni
Produzione: Usa
Genere: Drammatico, Romantico
Durata: 116 minuti

Dove vedere in streaming A un metro da te

Gia…. / 17 Maggio 2020 in A un metro da te

“Abbiamo bisogno di quel contatto con la persona che amiamo come abbiamo bisogno di respirare, non l’ho capito fino a quando non ho più potuto averlo. Quindi se state guardando questo video e vi è possibile, toccate lui, toccate lei, la vita è troppo breve per sprecarne anche solo un secondo.”
In questa frase credo sia racchiuso il senso dell’angoscia di questo film, che anche essendo simile a molti altri sul genere, trasmette un senso di impotenza, quello di un mancato abbraccio.
E proprio in questo periodo di coronavirus si è perso quel contatto e se ne sente la mancanza.
Sembra quasi profetico questo racconto, sentir dire che devono stare ad almeno un metro di distanza (in originale 2 metri) per non trasmettere i batteri, vederli stare insieme con le mascherine… non fa un bell’effetto in questo momento.
Ma quello che Stella ci dice in tutto il film, sull’importanza dell’amore, di un abbraccio, della vita e degli affetti sembra capitare nel momento giusto…
Bel film, strappalacrime.
6,5.

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lacrime e riflessioni / 5 Luglio 2019 in A un metro da te

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

A un metro da te è uno di quei film che ti fa state male, ma proprio male. Ti apre gli occhi su quanto sia pericolosa la fibrosi cistica per chi ne è affetto, i limiti, il poter morire da un momento all’altro, e questo film ti sbatte in faccia la cruda realtà della malattia con la storia d’amore aggiunta, storia che non può essere vissuta a pieno perché i due protagonisti, logicamente innamorati non possono toccarsi, sfiorarsi ne baciarsi. Devono state a due metri di distanza, ma per sentirsi più vicini pur essendo così lontani, diminuiscono la distanza usando una stecca da biliardo che misura poco più di un metro.
È davvero triste come chi, affetto da questa malattia, non può avere contatti con altri malati altrimenti rischiano di peggiorare la situazione e morire.

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Cosa c’è di romantico nel cancro? / 29 Marzo 2019 in A un metro da te

Ora me lo spiegate. Perché ormai siamo invasi da questi Young Adult in cui sembra che il protagonista o entrambi i protagonisti debbano per forza essere affetti da morbo mortale e\o mutilazione e\o malattia congenita e\o nuvola nera sopra la testa. Non sono una persona cinica. Non più di altri. So apprezzare film con una storia d’amore “valida” infatti mi piace Titanic, che è il melodramma per eccellenza. Non ho niente contro Romeo e Giulietta, a meno che non sia Baz Luhrmann a dirigere il film. Quello che non mi sta bene sono queste mode, che ripresentano con la stessa formula applicando magari una malattia diversa di volta in volta i soliti puccetti amorosi che non possono stare insieme ma lo vorrebbero tanto se non fosse per la vita. Sennò che ci guarderemmo per piangere in crisi premestruale? Dovrebbero fare una categoria a parte per i film da crisi premestruale. In Colpa delle stelle era il cancro, in Io prima di Te era la paralisi, e poi mi viene in mente anche quella della tipa allergica al sole, Sole a Mezzanotte una roba del genere. Ora c’è la fibrosi cistica e i parassiti dei polmoni, non mi è chiaro perché non riuscivo a concentrarmi durante il film per via della noia. Ma direi anche basta. L’unica sorpresa è stata quando ho pensato: “ma guarda c’è Zack o Cody del Grand hotel”. E dopotutto la parte più indolore erano gli attori protagonisti, che se la sono anche cavata, vabbè che era palese che li avessero presi apposta dalle serie Tv per ragazzini che non guardo perché non me ne frega. Poi mi piace che in questi film la vita è crudele e ingiusta, ma non c’è mai uno con problemi economici, tutti benestanti, strade pulite, ospedali nuovi, tutti belli nessun obeso o barbone in giro, avranno messo in un recinto a parte tutti i poveri e i brutti del luogo per poter girare il film.
Ora come minimo mi aspetto un film con Kit Harrington e Katherine Langford che hanno i parassiti nel cervello e non possono pensare troppo altrimenti impazziscono. Come gli sceneggiatori di questo film.

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