El bar

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El bar

Madrid. Un gruppo di persone resta intrappolato all'interno di un bar del centro cittadino, dopo che un paio di loro viene ucciso con un colpo alla testa da un cecchino sconosciuto per motivi ignoti. Lentamente, fra i sopravvissuti si fa strada l'idea che, dietro la misteriosa faccenda, si nasconda un complotto.
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: El bar
Attori principali: Blanca Suárez, Mario Casas, Carmen Machi, Secun de la Rosa, Jaime Ordóñez, Terele Pávez, Alejandro Awada, Tony Lam, Sue Flack, Daniele Fileti, Miguel Fajardo, Daniel Arribas, Mamen García, Paco Sarro, Mariano Andrés Soto, Diego Braguinsky, Jordi Aguilar, Mari Giner, Helena Resano, Joaquín Climent, Mostra tutti

Regia: Álex de la Iglesia
Sceneggiatura/Autore: Álex de la Iglesia, Jorge Guerricaechevarría
Colonna sonora: Joan Valent, Carlos Riera
Fotografia: Ángel Amorós
Costumi: Paola Torres
Produttore: Carolina Bang, Álex de la Iglesia, Mercedes Gamero, Mikel Lejarza
Produzione: Spagna
Genere: Thriller, Commedia
Durata: 102 minuti

Dove vedere in streaming El bar

Coinvolgente! / 12 Settembre 2020 in El bar

Mi oiacciono molto le strutture narrative di questo tipo, e non credevo così tanto, abbastanza da farmi rapire dall’inizio alla fine senza distrazioni!
Un bel film, con qualche lacuna qua e la ma di buona regia, a livello tecnico c’erano davvero delle belle riprese!
Attori abbastanza bravi, tutti volti che restano impressi e molto caratteristici, qualcuno più approfondito di altri ma va bene.
Su di tutti, Nacho e Israel.
Peccato che nn viene spiegato “proprio tutto” alla fine ma lo consiglio, per un paio d’ore di adrenalina e suspence.

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Fra Romero e Carpenter / 7 Ottobre 2017 in El bar

Quel pazzerellone di de la Iglesia prende Romero (Zombi) e Carpenter (Distretto 13), li mixa e crea il suo personale dramma da camera in salsa grottesca.
Alcuni sconosciuti restano intrappolati all’interno di un bar squalliduccio di Madrid, mentre, all’esterno, un misterioso cecchino uccide chi esce dal locale.
Perché?

Le reazioni delle persone segregate nel bar sono quelle che qualunque “medioman” avrebbe in una situazione del genere: ipotesi sballate e illogiche alla ricerca della quadra, atteggiamenti autoprotettivi tesi allo spasimo, solidarietà improvvise.
Quel che colpisce è il pressoché definitivo appiattimento dei personaggi, ridotti infine a topi spaventati che della loro personalità (anzi, dei loro stereotipi, perché de la Iglesia ha ragionato pressoché esclusivamente per topoi, facendo pressoché a meno dei nomi dei singoli individui) conservano pochi (ma fondamentali) bagliori.

Da commedia nera, il film vira infine verso lo slasher, cambiando registro almeno altre tre volte, facendo sogghignare, schifando e spaventando alternativamente lo spettatore.
Nel complesso, intrattiene e conferma l’eclettismo e la vivacità narrativa e tecnica del regista basco.

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