7 Recensioni su

Soffocare

/ 20086.3123 voti

2 Aprile 2015 in Soffocare

Sembrerebbe che le storie di Chuck Palahniuk siano totalmente fuori dalle mie corde e se Fincher era riuscito a farmi apprezzare un pelo di più Fight Club grazie alla sua bravura registica, Choke è piuttosto piatto da questo punto di vista. E’ ovviamente godibile, una commedia nera che si lascia seguire, ma a fine visione rimane ben poco. In primis, perchè queste storie assurde di Palahniuk hanno il risultato di irritarmi e poi perchè il film manca di quei guizzi qua e là che possano imprimere la pellicola in testa. La faccia da schiaffi di Sam Rockwell è adeguatissima, il cast è bravo, le scelte musicali sono azzeccate (ma forse ad un film del genere avrebbe giovato un OST più presente) ma alla resa dei conti al film manca il mordente sufficiente per farmi mandar giù la trama.

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23 Dicembre 2012 in Soffocare

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Che era anche uno dei pochi libri di Palhaniuk (non so dove va l’h, non mi interessa grazie) che ho letto. Ma già nel libro in effetti ci stava troppa, troppa roba, come spesso accade in quella specie di stile suo che procede per accumulo di perversioni. Il che è divertente, ma ridurlo al figurativo viene un casino. E infatti il film è un po’ un casino, nonostante segua fedele la traccia del libro. Victor (che è Sam Rockwell, ho capito che Sam Rockwell è bravo, un più a Sam Rockwell e fiducia per il futuro) soffre di dipendenza da sesso, ma sta frequentando i sessuomani anonimi per smettere. Finisce a scopare dappertutto con chiunque (-.- beato lui, ma vabbè, taccio). Fiancheggiato da un amico, sessuomane pure lui, che parte a masturbarsi senza neanche più accorgersene. Il titolo deriva dal fatto che Victor, per integrare il suo stipendio da figurante in un parco tematico sulla vita nel diciottesimo secolo, gira per ristoranti fingendo di stare per soffocare per un boccone di traverso. Così qualcuno, perché ci sarà sempre qualcuno, potrà salvarlo, e sentirsi un eroe. E, riconoscente nell’inconscio perché si è sentito per una volta nella sua pallida vita un eroe salva vite umane, mandargli ogni tanto dei soldi a casa. Completa il tutto Anjelica Houston, madre malata ormai di mente in un ospedale psichiatrico, che riconosce tutti tranne suo figlio, e tutti in suo figlio. La trama è intrecciata con i flashback sull’infanzia di Vic con questa madre a metà tra l’hippie e il folle totale, che lo rapiva in continuazione dalle famiglie a cui era stato dato in affido. Per cui ovvio che lui sia cresciuto un po’ storto. Ah, e forse lui è una specie di clone di Gesù Cristo.
Forse ho detto quasi tutto.
Un casino, il film in sé divertire diverte ma venuto non è. Anche se la volgarità è usata, uhm, davvero niente male per colpire, tramite Vic e il suo anticonformismo bulleggiante, quell’immagine di America sana e tranquilla e buonista che poi invece nasconde del marcio appena sotto la superficie. Non si arriva mai davvero a un dunque e tutto viene fagocitato dal rapporto con questa madre. Che tanto è matta. Magari è il nocciolo ma è la parte più lunga, e noiosa, dell’intera nespola.
Nespola?
‘zzo vuoi, a me è venuta in mente la nespola.

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Manuale del “Come non bisogna fare il regista” / 2 Ottobre 2012 in Soffocare

Leggete Soffocare di Palahniuk e ne riparliamo. Non vorrei mai aver saputo dell’esistenza di questo film. E ringraziasse il cielo di aver preso 4 stelle solo per essere tratto da un libro di Chuck.

Film divertente ma ben fatto / 19 Maggio 2011 in Soffocare

Si tratta di una commedia ma allo stesso che fa riflettere e poi la sceneggiatura è davvero gradevole. Bravi gli attori in primis Angelica Huston

2 Marzo 2011 in Soffocare

La voce narrante in questo film è fondamentale.
Fondamentale perchè Chuck Palahniuk, autore del libro da cui è tratto, scrive in una maniera superba : dare modo allo spettatore di entrare nella testa del protagonista usando la voce narrante è indispensabile a capire che genere di persona abbiamo di fronte.
Il film è divertente, è una commedia atipica, decisamente irriverente e dalle tematiche piuttosto scabrose….inevitabile visto che il protagonista ha “qualche” problemino con la sua sessualità. Anche il linguaggio risulta perciò disinibito e i dialoghi sono sempre acuti e divertenti. Questa non è davvero la solita stupida commedia americana, è qualcosa di diverso, una comicità più intelligente, quindi non aspettatevi battute alla “american pie” o scene alla “porki’s” questa è tutta un’altra faccenda: chi conosce Palahniuk lo sa molto bene. Del resto ce l’avete presente Fight Club?

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Palahinuk e le sue dimensioni / 23 Febbraio 2011 in Soffocare

Un film tratto da Palahinuk, secondo me, non è mai un’impresa facile. Qui il personaggio di Sam Rockwell vale da solo tutto il film. Ben sostenuto da una sceneggiatura piccante e strampalata. Una commedia nera, con un persoanggio che nel rimettersi in gioco, matura la consapevolezza che la vita va oltre i canoni stabiliti (Angelica Huston, la mamma strampalata ne è l’esempio). Il sesso è una chiave di lettura di questo, con un protagonista che ne è ossessionato, ma che si riscopre più solo e fragile nel momento in cui conosce la dottoressa.

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17 Febbraio 2011 in Soffocare

Basato sul romanzo di Chuck Palahniuk – che con un nome così non poteva scrivere altro che libri strani- il film non manca d’essere divertente e assurdo.

Victor, sessuomane e figurante in un parco a tema coloniale, finge di soffocare sistematicamente al ristorante per farsi adottare finanziariamente dall’eroe di turno (scelto con con accuratezza in base al portafogli) per poter pagare la permanenza della madre all’ospedale psichiatrico.

Palahniuk ha scelto questo scenario per dipanare la sua trama, tra sedute di terapia di gruppo, amici sessuomani, vecchie rimambite e personaggi in costume, ed il regista, l’esordiente Clark Gregg, delega totalmente alla sceneggiatura la riuscita del suo film. Certo gli attori sono bravi; anzi, Anjelica Houston è brillante nell’interpretare la madre, sia nelle scene in cui è malata in ospedale, sia nei flashback che ci raccontano i modi originali con cui cercava di educare il figlio; ma anche l’interprete di Victor, Sam Rockwell, è adatto e riesce bene. Tuttavia il film manca di qualcosa, forse proprio della regia: il romanzo di Palahniuk ha sicuramente più forza.

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