8 Recensioni su

A History of Violence

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Inaspettato / 16 Marzo 2020 in A History of Violence

L’ho visto senza leggere presentazioni o trama e devo dire che l’effetto sorpresa è notevole…all’inizio sembra un film scontato ma poi si rivela emozionante. Notevole il contrasto tra il ritmo un po’ lento del film e la storia che potrebbe essere stata di un film di azione. Mi è piaciuto in particolare perché c’è un gran gioco di sguardi e situazioni inizialmente poco definite che impegnano lo spettatore che deve di continuo porsi domande…e la lentezza gioca un ruolo importante perché crea l’attesa nel trovare la risposta.
Una cosa non l’ho capita…l’insistenza sulle scene di sesso…e si perchè ci sono scene di sesso…e pure lì c’è un po’ di violence!

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Inopportune tracce di fumetto / 31 Maggio 2018 in A History of Violence

C’è sempre da camminare sulle uova quando parli di un film di Cronenberg, amatissimo maestro del body-horror che ha voluto cimentarsi in almeno un buon paio di thriller canonici. Questo è uno tra i titoli più popolari, in quanto si avvicina al mainstream senza tradire il tocco autoriale del regista, un po’ di grand guignol e l’ingombrante allegoria di fondo, uno svisceramento dell’american dream nel culto della legittima difesa, le ombre di un passato incancellabile, etc.. Ebbene, posto che di un buon film si tratta, rimango tuttavia un po’ deluso da alcune inspiegabili attaccature al trito e ritrito. Esempio piccolo: il bulletto di periferia che coglie pretesti infantili e si sgonfia alla prima reazione, visto milioni di volte. Esempio più grande: il grossolano errore della stratificazione dei cattivi; se parti con una coppia di efferatissimi serial-killer, logico aspettarsi che poi c’è un pesce ancora più grande, e poi ce n’è uno più grande ancora, in un improbabile aumento esponenziale della ferocia che rischia facilmente di far cadere nel ridicolo l’ultimo dei villain. Così accade in effetti con John Hurt, quasi a disagio nel trovarsi a gestire un personaggio troppo fumettistico per una storia così cruda (non dimentichiamo che alla base del film c’è in effetti una graphic novel). Viggo è sempre straordinario, ma attorno a lui il cast famigliare non brilla per niente (Maria Bello non è certo Naomi Watts).

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21 Aprile 2014 in A History of Violence

noir perfetto..

Ritorno del passato / 4 Settembre 2013 in A History of Violence

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Un ristoratore in un paese tranquillo americano per caso deve fare i conti con un passato molto violento.
In breve questa è tutta la storia.
Il primo tempo oltre che lento è anche molto stucchevole, sicuramente volontario per tracciare un carattere mansueto e molto religioso del protagonista che però nasconde qualche cosa di inaspettato.
Verso la fine s’inizia a movimentare un po’ per poi scatenarsi (ma non troppo direi) nel secondo tempo.
Nel complesso non è male come film ma è risultato molto lento e a volte anche noioso.
Passabile… ma per poco…
Ad maiora!

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7,5 / 3 Luglio 2013 in A History of Violence

Sarebbe 7,5 ma preferisco arrotondare per eccesso in omaggio a Viggo e Cronenberg

6 Marzo 2013 in A History of Violence

6 Ottobre 2012 in A History of Violence

Una pellicola carica di una potenza emotiva non indifferente, capace di trascinare lo spettatore dentro il dramma familiare degli Stalls come se fosse il proprio.
Una vita apparentemente normale stravolta da un episodio, che costringe a scavare in un passato torbido, rimosso ma sempre in agguato.
Il tema della violenza latente (non solo di Tom, ma anche di suo figlio), dell’animalità degli uomini (che si sfoghi con il sesso o con la violenza stessa), delle seconde chance e delle delusioni familiari, rendono questo film pregno di significati.
Unica, piccola, nota stonata il quadretto mieloso della prima parte, che da un lato funge perfettamente da surreale quiete che una volta tanto anticipa anzichè seguire la tempesta, ma dall’altro lato risulta un tantino indigesto.
Quanto alla regia, Cronenberg trova il tempo per dilettarsi con qualche bel piano sequenza (interessante quello iniziale) e una serie di scene tutto sommato esplicite e di primi piani da splatter.
Scena finale davvero magistrale, un misto di commozione, dramma umano e lieto fine. Nel gesto della bambina che apparecchia per il padre c’è il dogma religioso della convivenza familiare, c’è il perdono, c’è una saggia innocenza trascendentale.

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21 Giugno 2012 in A History of Violence

Una pellicola materiale, ultra-sensibile, percepibile dallo spettatore oltre lo schermo: in altre parole, molto fisica.
Bella interpretazione di Mortensen, altrettanto valida quella di Ed Harris, meno riuscita quella di William Hurt, con spiegone nocivo incluso.
Cronenberg si sollazza con ferite pulp e crani fracassati, riuscendo a raccontare una storia interessante, profondamente (a)morale, ricca di risvolti filosofici.

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