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Storia di un fantasma

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Controverso…. / 29 Aprile 2021 in Storia di un fantasma

Potrebbe sembrare un capolavoro, o forse non lo è?
O forse, come me, vi aspettavate un horror, e siete rimasti delusi.
Magari è un esperimento cinematografico… che nel caso credo sia stato davvero efficace.
Premetto che in molti punti l’ho trovato lento, ma non da annoiare: momenti di poco dialogo appositamente voluti, silenzi, sguardi, colonna sonora azzeccata, per creare ancora di più quel senso di abbandono, di smarrimento e impotenza che ci trasmette l’idea della morte, del dopo.
E difatti il punto forte della regia è proprio questo: innestare nella mente dello spettatore quelle sensazioni, sapendo che comunque ognuno ha avuto a che fare con la morte e il pensiero dei fantasmi.
Se fosse finito diversamente avrei dato la sufficienza, ma l’ultimo istante mi ha “toccato” facendomi cambiare idea, gli ultimi 10secondi del film, mi sono esplosi dentro. Li sono uscite fuori le lacrime represse (forse) durante il film.
E non credevo così.
Vedetelo.
7,5/10.

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La solitudine di un fantasma. / 20 Ottobre 2017 in Storia di un fantasma

Un modo originale per raccontare cose già ampiamente raccontate: le faccende rimaste in sospeso che creano prigioni mentali, la ciclicità del tempo, la solitudine, il senso di colpa, l’elaborazione del lutto. Tutto questo, però, attraverso la prospettiva atipica del defunto, del fantasma. Un Ghost depurato dai suoi aspetti piacioni, insomma, e reso tanto striminzito nella struttura narrativa da risultare grandissimo dal punto di vista emotivo e filosofico.

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Uno screening accurato del sentimento, nello scenario asettico ( e quindi paradossale ) dell’astratto e del trascendentale. / 23 Settembre 2017 in Storia di un fantasma

Il novero drammatico, fantasy e romantico di David Lowery, è un film che rimanda al concetto d’amore eterno, e più precisamente a quello dopo la morte.
L’immobilità scenica, il rigóglio tiepido di sospiri e silenzi che ne compongono lo scheletro, lo rendono quasi un viaggio catartico, dove il ritorno alla vita di un uomo sotto le spoglie ( o meglio dire il lenzuolo ) di uno spettro, è semantica pura di un’emozione.
Il processo è lento, soprattutto nelle prime fasi dell’opera, in cui regna staticità e inerzia, ma sempre condita da una ripresa intelligente e arguta, e a tratti, poetica. Un’inquadratura che tende a snervare, ma che racchiude nella sua centralità il senso, il suo sbrogliarsi da un intreccio.
Uno screening accurato del sentimento, nello scenario asettico ( e quindi paradossale ) dell’astratto e del trascendentale.

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