. / 21 Febbraio 2017 in 8 donne e un mistero
Un giallo tinto di rosa. Tralasciando le parti musicali che ho trovato stucchevoli e inutili, l ho trovato un film godibilissimo ,recitato divinamente e con un finale inaspettato.

una villa isolata nella neve, un uomo morto e 8 donne tra cui cercare il colpevole: la moglie, le due figlie, la suocera, la cognata, la sorella, la cameriera e la cuoca.
Tutte avevano sia il movente che l'occasione, tutte nascondono un terribile segreto.
leodefrenza ha scritto questa trama
Titolo Originale: 8 femmes
Attori principali: Catherine Deneuve
Isabelle Huppert
Fanny Ardant
Firmine Richard
Emmanuelle BéartVirginie Ledoyen, Ludivine Sagnier, Danielle Darrieux, Dominique Lamure
Regia: François Ozon
Sceneggiatura/Autore: François Ozon, Marina de Van
Colonna sonora: Krishna Levy
Fotografia: Jeanne Lapoirie
Costumi: Pascaline Chavanne
Produttore: Olivier Delbosc, Marc Missonnier
Produzione: Francia, Italia
Genere: Commedia, Poliziesco, Musical
Durata: 111 minuti
Un giallo tinto di rosa. Tralasciando le parti musicali che ho trovato stucchevoli e inutili, l ho trovato un film godibilissimo ,recitato divinamente e con un finale inaspettato.
Mi chiedo come possa piacere così tanto un film con 8 donne che non fanno altro che urlare, e comportarsi da Galline viziate. Secondo me è noioso. Come non ho trovato il senso delle canzoni.
Delizioso! Una presa in giro del giallo a camera chiusa, anzi una vera e propria farsa, perché in più di un’occasione Ozon decide di rompere la finzione cinematografica (ueilah): a ognuna delle otto protagoniste spetta una canzone di presentazione, l’abbigliamento e l’arredamento sono quasi più adatti a una casa delle bambole, la recitazione e la caratterizzazione stessa dei personaggi è volutamente melodrammatica e surreale.
Insomma, ben curato, divertente, brave tutte, bravo Ozon, ce piace proprio.
Mi è piaciuto tanto! Non so se per il finale che mi ha lasciato letteralmente a bocca aperta, o per l’intera storia basata su intrighi e misteri di queste otto donne, o per le canzoni orecchiabili e carine (la più toccante, senza dubbio “Pour ne pas vivre seuls”).
Forse mi è piaciuto anche grazie a Emmanuelle Béart.
Sta di fatto, che è un film che rivedrei senza dubbio, magari stando più attento ad alcuni particolari.
Ma non era affatto malaccio, questo film.
Beh, devo pure ammettere che la Béart non mi è…ehm…del tutto indifferente!
Non ci sono citazioni.