Recensione su La classe operaia va in paradiso

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La classe operaia va in paradiso
Regia:

La classe operaia va in paradiso / 27 Luglio 2020 in La classe operaia va in paradiso

“La classe operaia va in Paradiso” è uno dei film più iconici degli anni ’70. Tutto in questa film si fa alienazione: alienazione sul posto di lavoro, sicuramente, nelle scene dove gli operai vengono trattati come delle macchine. Ma alienazione anche dalla vita, a causa di rapporti famigliari sempre più invasi dal Capitale. In tutto ciò la lotta tra l’idealismo studentesco(in realtà Petri descrive il fenomeno di quelli che noi oggi chiameremmo “Radical Chic) ed il sindacalismo sempre più colluso col potere.
Unico difetto del film è forse l’essere eccessivamente schierato, e ciò a volte va a cozzare con la narrazione degli eventi: ma in generale si tratta comunque di grande cinema.

2 commenti

  1. Stefania / 27 Luglio 2020

    A proposito dell’alienazione nel cinema di Petri (uno dei temi ricorrenti della sua filmografia), mi permetto di segnalarti un film “minore” del regista, in cui si precorre l’immagine dell’operaio spersonalizzato dalla catena di montaggio:
    https://www.nientepopcorn.it/film/un-tranquillo-posto-di-campagna/

    P.s.: non ho capito cosa intendi con: “[film] eccessivamente schierato, e ciò a volte va a cozzare con la narrazione degli eventi”. Ovviamente, il film è “schierato”, espone una tesi. Cosa intendi con “cozza con la narrazione”?

  2. Lazzaro / 31 Luglio 2020

    Guarderò il film linkato.
    Certi momenti, come quello in cui l’operaio protagonista va nella scuola occupata, mi sono sembrati quasi più volti ad esporre una tesi politica che ad essere momenti di cinema narrativo. Potrei sicuramente sbagliarmi

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