Recensione su Le belve

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Two is meglio che one! / 28 Ottobre 2012 in Le belve

“Finalmente” sono riuscita anche io a vedermi Le belve, il nuovo film diretto da Oliver Stone.
La storia raccontata è quella di Ben (un botanico buddista che investe i guadagni ricavati dallo spaccio per fare beneficienza ai paesi del Terzo Mondo) e Chon (violento ragazzaccio reduce dall’Afghanistan, con evidenti cicatrici sparse su tutto il corpo), i migliori produttori di marijuana della California.
Sono stra-fighi (ovviamente), hanno un ottimo giro, un sacco di soldi e la donna della loro vita, Ophelia, bionda e seducente americana, che amano e condividono, da ottimi amici quali sono (Two is meglio che one!).
Ma la loro attività in continua espansione, inizia ad infastidire uno dei cartelli della droga messicana, che vuole trovare un accordo con i due gringos per “entrare in società”. Solo che la stupidità di Chon, in particolar modo, fa incazzare Elena, detta “La Regina”, la vedova nera capo dell’organizzazione di narcotrafficanti messicani che farà rapire Ophelia scatenando così il finimondo.

Oliver Stone torna sul grande schermo con una pellicola adrenalinica e violenta (nulla a che vedere con la follia omicida di Natural Born Killers), riscaldata dal sole spiovente di Laguna Blu in netto contrasto con il buio e il fetore degli scantinati in cui i messicani torturano e massacrano i traditori, scene di violenza raccontate con la solita maestria-realistica di Stone, che è riuscito a far rabbrividire anche me. Ma nonostante si legga il nome OLIVER STONE, sia sulla locandina (tra l’altro identica a quella del film Babel, di Alejandro González Iñárritu) che nei titoli ad inizio film, il senso di delusione non tarda ad arrivare.. per non parlare di quella fastidiosa sensazione di “già visto” (non ricorda, ad esempio, un pò troppo Blow?). E questo dimostra che non basta solo un grande nome per produrre un grande film.

Ma parliamo delle cose positive! Magnifico il personaggio di Elena, interpretata da una grandissima Salma Hayek (che solitamente non mi dice niente, ma in Le Belve, fa davvero la differenza), fredda, spietata e violenta da un lato e mamma premurosa, sensibile e ferita dall’altro. Anche se un boss del genere lascia qualche dubbio, è stata senza meno il personaggio per cui ho tifato dall’inizio alla fine, dato che ‘O’, l’altra donna principale del film è decisamente TROPPO insopportabile. La classica fighetta californiana (strappata dalle grinfie di Gossip Girl), ricca (ma solo perchè Ben e Chon la mantengono), viziata e insaziabile (sotto diversi punti di vista), che chissà per quale incredibile motivo aveva bisogno “dell’ultimo salto al centro commerciale prima di partire”. Cioè, TU VAI AL CENTRO COMMERCIALE QUANDO SEI CONSAPEVOLE CHE UN’INTERA ORGANIZZAZIONE DI MALAVITOSI è SULLE TRACCE DEI TUOI UOMINI?! E allora se sei stata rapita, stupida troietta, ti sta più che bene! (ok, la smetto)

Eccellente anche Benicio del Toro a cui il ruolo di pazzo-maniaco-violento calza a pennello, più insulso invece John Travolta con il suo cameo da agente corrotto.

Con un doppio finale dall’atmosfera western, in cui speri davvero che succeda quello che doveva succedere MOOOOOOOLTI minuti prima, in cui la banalità, alla fin fine (come spesso accade), la fa da padrona. E dove le mie preghiere non sono state ascoltate.
Non è finita come avrei voluto, anche se… per un attimo me l’aveva fatta credere!

Un film che dà poco, ma che non lascia niente.

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