Recensione su Lady Bird

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Un film di esperienza di vita / 5 Marzo 2020 in Lady Bird

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Ladybird rappresenta l’idea di come a me, personalmente, piacciono i film; quei film un po’ alla Little Miss Sunshine (che questo film in qualche modo me l’ha fatto ricordare), dal retrogusto, seppur solo apparente di film indipendente, con atmosfere un po’ surreali, originali, creative, con la giusta stravaganza, eppure allo stesso tempo così reali dove ti ci puoi rispecchiare, dove ti senti parte di loro e anche parte di ciò che vorresti essere.
Lady Bird narra la storia di Christine McPherson, in arte Lady Bird. Beh più che un nome d’arte e quello che lei sceglie come suo nome di battesimo, perché lei insomma non crede all’idea che i genitori scelgano i nomi dei figli perciò se ne è dato uno da sola. Come un uccellino che vuole spiccare il volo Lady Bird ha delle grandi ambizioni atte a farla volare via da Sacramento, una città che non ama e che trova noiosa, ma sopratutto volare via dal nido familiare dove risalta un rapporto conflittuale con la madre, un rapporto un po’ freddo e distaccato col fratello, ma un ottimo rapporto col padre.
Lady Bird è uno spaccato di vita adolescenziale dove gioie, delusioni e amarezze si incontrano nelle normali esperienze di ogni giovane adolescente, spaziando per le amicizie, i primi amori, le prime esperienze sessuali, il futuro, il lavoro, la famiglia, il denaro, le differenze sociali. Lady Bird parla di questo. Non è un film con idee originali tutto sommato, visto che tratta il reale e la quotidianità, ma nonostante questo risulta essere incredibilmente originale nelle mani della regista e sceneggiatrice Greta Gerwig che ha saputo modellare il film in base alle sue esperienze personali in maniera veramente creativa.
Una volta spiccato il volo, l’uccellino Lady Bird vola finalmente a New York per frequentare l’Università alla quale ambiva. Il sogno di lasciare il nido familiare e la città natale di Sacramento finalmente si realizzano eppure sente che le manca qualcosa. New York un po’ la spaventa, è sola, e la lontananza da casa, delle strade di Sacramento che conosceva a memoria, dei suoi negozi, delle sue case incomincia a sentirsi e ad assumere una nuova forma, più piacevole; così come la sua famiglia adesso che è lontana la sente più vicina. Lady Bird riscopre quindi il piacere di usare il nome che i suoi genitori le hanno dato, Christine, e allo stesso tempo riscopre una fede non intensa, ma che in qualche modo la fa sentire meglio e più vicina alle persone che le stanno più care.

Lady Bird è un film che mi aveva già stregato dalla locandina e dove Saoirse Ronan mi dà conferma di essere una delle mie attrici preferite, amore per lei nato dal film Amabili Resti.
Bellissima regia da parte di Greta Gerwig, e non da meno sono fotografia, costumi e colonna sonora. È tutto così coinvolgente che a fine film, come la protagonista senti nostalgia di Sacramento, delle sue strade, dei suoi negozi…

Onestamente il Premio di migliore sceneggiatura originale sarebbe stato più che meritato

Voto 7,5 che voglio arrotondare a 8

3 commenti

  1. Stefania / 6 Marzo 2020

    Se ti è piaciuto il film da regista della Gerwig, mi permetto di consigliarti anche quelli diretti da Noah Baumbach che ha firmato come co-sceneggiatrice e che ha interpretato (se non li hai già visti, ovviamente):
    https://www.nientepopcorn.it/film/frances-ha/
    https://www.nientepopcorn.it/film/mistress-america/
    Forse, sono un po’ più “alleniani” e meno “lady bird-iani”, ma puoi ritrovarci la sua mano.

  2. Davide / 6 Marzo 2020

    Li aggiungo subito alla lista. Grazie per avermeli suggeriti, ho bisogno di film così!

    • Stefania / 6 Marzo 2020

      Tieni presente che, se, in Lady Bird, la Ronan è la Gerwig-provinciale, le protagoniste femminili dei film che ti ho segnalato sono altre fasi della Gerwig-arrivata-in-città, quindi sono film “così”, ma fino a un certo punto 😉 (e, poi, sono diretti da un altro regista, per quanto si tratti del compagno della Gerwig, quindi ci sono anche altre sensibilità artistiche di mezzo)

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