Recensione su Marilyn

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26 Settembre 2012

Non male come film, decisamente inglese, ricorda a tratti la leggerezza di Me & Orson Welles, a tratti invece ha l’impostazione più seriosa di film come Il maledetto United. Di fondo l’idea è quella di riprendere in mano il diario del giovane Colin Clarks in cui egli descrive l’esperienza vissuta sul set a contatto con Sir Laurence Olivier e, appunto, Marilyn Monroe.
Il carisma e il fascino di Marilyn emergono puntualmente attraverso il confronto con il cast (Kenneth Branagh nella parte di Laurence Olivier è superbo), la produzione, gli assistenti ed anche il marito (Arthur Miller, interpretato da Dougray Scott). Michelle Williams non assiomiglia molto a Marilyn ma la interpreta con grande bravura. Il trucco non è male ma a far vincere la diffidenza è una bella prova della giovane attrice, capace di rendere forse il particolare più interessante di Marilyn: la sua apparente fragilità e quella debole ingenuità da ragazza di camapgna che, in realtà, sono solo la sua maschera. Marilyn era molto consapevole e non era una stupida, ma sapeva di diver dare alla gente quello che la gente voleva, anche mettendosi pesantemente in gioco. Alcol e psicofarmaci sono un corollario.
L’idea di raccontare un film in un film è buona e il diario del giovane assistente è la via migliore per portare sullo schermo un personaggio come quello di Marilyn Monroe.
Ottimo il cast, brava la WIlliams, bravissimo Branagh (un grande attore inglese!), ma tra i tanti anche Judy Dench, Emma Watson, Dougray Scott e Toby Jones.

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