Recensione su The Guest

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The guest after three days stinks / 24 Giugno 2017 in The Guest

Thriller piacevole dal gusto rétro anni ’80. Nulla di eccezionale ma tutto sommato piacevole, per un film che fa della semplicità la sua arma migliore. Il genere d’appartenenza non è chiarissimo, strattona continuamente tra il thriller, l’action, l’horror e l’umoristico.
La storia è semplicissima. Un giovane di nome David si presenta alla porta della famiglia Peterson, presentandosi come ex-commilitone e amico del figlio morto sotto le armi. David sa farsi ben volere, ma ben presto rivela la propria natura. Alla lunga diventa prevedibile ma si guarda comunque.

Il regista Adam Wingard lo conoscevo per altri due suoi lavori. Il divertente ma misero segmento “Q for Quack” nella raccolta antologica “L’abc della morte”, e per il disgraziato e senza appello “Blair witch”. Con queste tragiche premesse, mi sono avvicinato timoroso a “the Guest”, pronto a rimanere nuovamente deluso ma devo dire che tutto sommato è stata una visione tranquilla. Probabilmente questo è (sarà?) il miglior film di un bravo regista non troppo talentuoso.

Alcune situazioni inverosimile facilmente evitabile, qualche dialogo pompato di troppo. Eliminando il superfluo sarebbe potuto risultare meno di seconda fascia ma non avrebbe certo raggiunto un minutaggio accettabile. La solita coperta corta delle piccole produzioni non pretenziose.

Le cose migliori sono la recitazione (nonostante qualche dialogo come già detto) e la colonna sonora veramente lodevole.
Normalmente non critico mai i finali ma qui risulta davvero difficile mordersi la lingua.

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