Recensione su Il resto di niente

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9 Febbraio 2012

difficile che una trasposizione cinematografica possa risultare gradevole dopo aver letto un capolavoro come quello di Striano da cui è tratto l’omonimo lavoro della De Lillo di cui è anche sceneggiatrice. c’è una sapiente napoletanità in questo poiché dimostra che la cultura partenopea va oltre gli oleografici luoghi comuni di benvenuti al sud al nord e al centro. quello che resta qui è la bellezza della figura di Leonor nella fotografia della De Lillo, nella sua personale interpretazione che scandisce il ritmo del romanzo storico senza giudizi o, se vogliamo, pregiudizi. la vicenda della repubblica napoletana è specchio di speranza, ma anche di illusione, ma non ho viste tracce di retorica. sono piccoli dipinti che rimbalzano di fronte al destino “voluto” da questa donna portoghese che nell’intelletto scavalca abbondantemente le gesta di Luisa Sanfelice e riporta alla luce la fierezza dell’ideale rivoluzionario. un’idea che si ravviva nel turbinio della sua scoperta, nel desiderio di renderla propria, nell’orgia di appartenere ai suoi vicoli. non serve giudicare la storia, ma poterne succhiare un monito di contemporaneità nelle inquadrature dei lazzari che hanno movenze e suoni che ricordano quelli di oggi.
Splendidi costumi, perfetta location e musiche degne di un gran polistrumentista come Daniele Sepe.

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