Dorian Gray
/ 20095.1603 votiDorian Gray, bellissimo ragazzo dal viso innocente, viene ritratto in un dipinto da Basil Hallward. Il giorno dell'inaugurazione del ritratto, Dorian afferma di desiderare per sempre la gioventù. Questo a causa del contatto con Lord Wotton che lo porta sulla cattiva strada, facendolo frequentare bordelli, teatri, prostitute e spose. Nonostante questo Dorian non cambia fisicamente, il suo fisico, il suo volto, restano giovani, ma questa bellezza esteriore si contrappone con la corruzione della sua anima, che porta il ritratto ad invecchiare giorno dopo giorno...
jerikam ha scritto questa trama
Titolo Originale: Dorian Gray
Attori principali: Ben Barnes, Colin Firth, Rebecca Hall, Emilia Fox, Ben Chaplin, Fiona Shaw, Caroline Goodall, Maryam d'Abo, Douglas Henshall, Rachel Hurd-Wood, Max Irons, John Hollingworth, Pip Torrens, Michael Culkin, Nathan Rosen, Jeffrey Lipman Snr, Jo Woodcock, Louise Rose, Aewia Huillet, Hugh Ross, David Sterne, Johnny Harris, Mostra tutti
Regia: Oliver Parker
Sceneggiatura/Autore: Toby Finlay
Colonna sonora: Charlie Mole
Fotografia: Roger Pratt
Produttore: Barnaby Thompson, James Hollond, Xavier Marchand, James Spring, Paul Brett, Tim Smith, Simon Fawcett
Produzione: Gran Bretagna
Genere: Drammatico, Thriller
Durata: 112 minuti
Dove vedere in streaming Dorian Gray
ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama
Il giovane ereditiere Dorian Gray, giunge nella Londra vittoriana. Entrato nelle grazie del carismatico Lord Henry Wotton, che lo introduce nella bella vita della capitale, conosce il pittore Basil Hallward (Ben Chaplin) cui commissiona il proprio ritratto. Ossessionato dalla ricerca del bello e orripilato dalla prospettiva di invecchiare mentre l’immagine del quadro rimarrà per sempre inalterata, esprime davanti al ritratto il desiderio che fosse invece lui a restare per sempre giovane e la sua effige a mostrare i sintomi del tempo che passa. Inspiegabilmente il desiderio si avvera, ma l’immagine del ritratto, come uno specchio oscuro, col tempo non mostrerà solo il decadimento fisico, ma anche quello morale cui Dorian andrà incontro con la sua condotta dissoluta.
Oliver Parker, regista giunto al suo terzo adattamento cinematografico di un’opera di Oscar Wilde dopo Un marito ideale (An Ideal Husband, 1999) e L’importanza di chiamarsi Ernest (The Importance of Being Earnest, 2002), decide di puntare su un pubblico più giovane cogliendo gli aspetti più superficiali e morbosi del romanzo, spogliandolo di tutto il dibattito filosofico su arte e bellezza, giovinezza e corruzione, indirizzando decisamente il racconto sui binari da horror gotico alla moda sullo stile della saga di Twilight ma con maggiori dosi sesso. Il risultato è un prodotto ben confezionato ma lontano dall’acutezza, dalla sottigliezza e dalla raffinatezza dell’eccentrico autore irlandese. Il film è peraltro debole anche nel mostrare la progressiva decadenza del protagonista, che si riduce nel vederlo frequentare fumerie d’oppio e case di malaffare, non abbastanza da giustificare lo squallore, la perversione e la corruzione che poi traspaiono dall’imbrutimento del ritratto. Rispetto al romanzo, uscito nel 1890, il film spinge la vicenda fino al 1920, facendoci vedere un Dorian Gray ancora giovane nell’aspetto, che cerca inutilmente redenzione nell’assicurarsi l’amore di Lady Emily Wotton (Rebecca Hall), figlia del suo vecchio protettore, personaggio inventato per l’occasione. Ben Barnes, l’attore che interpreta Dorian, possiede certamente il physique du role del personaggio ma non riesce a renderne appieno la dannazione. Ottima invece l’interpretazione di Colin Firth nei panni di Lord Wotton.
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Una storia molto bella che a livello cinematografico poteva rendere di più ma è caduta nel banale. Simpatico e carino, ma niente di grande spessore, specialmente l’insipido protagonista. Bravino Colin Firth, ma il contesto fa sfigurare anche lui. Un 6 per l’impegno.
Diverso dal libro . Ammetto di averlo guardato principalmente per Colin Firth e Ben Barnes . Passabile. Ci sono film peggiori …
Quando ci si appresta a trasporre un’opera così maestosa, pregevolissimo intaglio di sentimenti ed aspirazioni, nonché avido ritratto di bellezza, nel suo più estetico decadentismo, pur volendosi discostare da alcuni tratti distintivi, non si può snaturarne gli aspetti, realizzando una sorta di viaggio edonico fine a se stesso, che non rimarca l’attento declivio amorale narrato nel libro.
Qui non c’è equilibrio, non c’è misura, solo banale ostentazione del piacere, nella sua più comune forma.
E’ un ritratto pragmatico, materiale, che non lascia spazio all’introspezione dei caratteristi, configurandosi come antitesi del capolavoro di Wilde, pur avendo la pretesa di definirsi trasposizione.
Un dandy oscuro, ma solo in copertina, che regge i contorni ma non la centralità del personaggio.
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“Only the extraordinary survives”, diceva Wilde.
Di certo non è il caso di questo film, così lontano dalla superba maestria del romanzo.
Ma è un romanzo talmente intoccabile che nessuna trasposizione cinematografica riuscirebbe ad esserne all’altezza. Potenza della parola.