Recensione su Il caso Spotlight

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7 stelle e mezzo / 18 Febbraio 2016 in Il caso Spotlight

Il caso Spotlight è un film che sfiora l’eccellenza ma per qualche ragione non riesce a raggiungerla.
La trama si sviluppa attraverso una storia potente, importante, che in qualche modo si scrive da sola. Racconta di come la rubrica del Boston Globe, appunto Spotlight, abbia innescato la denuncia contro una faccenda molto delicata da trattare: la piaga della pedofilia nella chiesa. Infatti il nuovo redattore giunto al Boston Globe insiste perché Spotlight indaghi su un prete sotto inchiesta per pedofilia, che a quanto pare era stato protetto dalla diocesi e dallo stesso vescovo da anni. I giornalisti che lavorano per Spotlight sono tutti nati e cresciuti a Boston, e tutti provenienti dal mondo cattolico, tutti circondati da un mondo cattolico che poteva benissimo nuocere anche a loro, pur di proteggere la propria aura di santità.
Da questo punto in poi la trama si sviluppa tutta attraverso le varie scoperte a cui porta la ricerca dei giornalisti. E il film regge per tutta la sua durata un buon ritmo. La grande quantità di fatti e aneddoti che deve raccontare gli permette di crescere e rinnovarsi continuamente, senza mai annoiare. E, nonostante le tematiche trattate, riesce a dare il giusto peso alle cose, senza essere né superficiale né troppo angosciante.
Eppure non so perché mi aspettavo qualcosa di più profondo. Avrei preferito un maggior simbolismo, specie per una storia che si evolve grazie alla riscoperta di cose non dette. Mi sembra che il regista, dopo aver osato così tanto con una sceneggiatura brillante e ricca di spunti, si sia concentrato principalmente sulla parte dell’inchiesta giornalistica, criticando così l’insabbiamento dei fatti da parte della Chiesa. Tralasciando in parte questioni più delicate e psicologiche, accennate ma poco approfondite, forse per paura di sprofondare nel dramma angosciante.
A parte questo il film è molto bello, e dai fini divulgativi proprio come la rubrica dalla quale prende in prestito il titolo. Non capisco la necessità del distributore italiano di chiamarlo “caso Spotlight”, anche se è molto più sopportabile di altre traduzioni.

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