Recensione su Belfast

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Amarcord asettico / 14 Settembre 2023 in Belfast

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

L’amarcord di Branagh non mi ha convinta, né sul versante narrativo, né su quello tecnico.
Accettato il fatto che, benché esibito sullo schermo, il drammatico conflitto sociale e politico nell’Irlanda del Nord sia una specie di rumore di fondo, la rappresentazione dell’infanzia del protagonista è idilliaca al limite dell’iperglicemia.
Non che non si possa vivere un’infanzia felice e non che non si possano avere genitori incredibilmente belli, tolleranti e assennati, nonni filosofi, cugine simpatiche e compagne di scuola innamorate – ovviamente – di te, ma, qui, per me, si esagera.

Ciliegina sulla torta: la sequenza in cui, dopo il funerale del nonno, tutta la famiglia va a ballare, con tanto di padre che si mette a cantare come un professionista Everlasting Love (e lo zio a suonare la tromba! …o il sassofono, non ricordo). Mi sono davvero stupita del fatto che non fosse un sogno del bambino.

Insomma, per quel che mi riguarda, il film è monodirezionale, elementare nella rappresentazione dei sentimenti e pretenzioso: Branagh gigioneggia con l’uso del bianco e nero e con inquadrature leziose, costruite con asettica precisione, come i personaggi.

1 commento

  1. Stefania / 14 Settembre 2023

    P.s.: però, che buffo, Branagh fa varie citazioni cinematografiche, più o meno esplicite, e, a un certo punto, cita perfino se stesso, quando il piccolo protagonista è seduto su un marciapiedi a leggere un fumetto di “Thor” e lui ha diretto proprio il primo cinecomic dedicato al supereroe Marvel.

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