Recensione su Barbie

/ 20236.5216 voti

Un incubo tinto di rosa / 2 Agosto 2023 in Barbie

Il film m’ha fatto ridacchiare abbastanza, ma, a conti fatti, Barbie è un incubo postmoderno tinto di rosa da cui non ho visto l’ora di uscire.
Tutto è esasperato ed esasperante.

Forse, se avesse mantenuto un registro più realistico nella parte ambientata nel mondo reale, avrei apprezzato di più i contrasti e i livelli di complessità del messaggio che promuove.

Invece, presenza delle Barbie a grandezza naturale e quantità di rosa a parte, fra Barbieland e Los Angeles sembra non esserci nessuna differenza formale.
Nel mondo “reale” (dove, correttamente, vige un’impostazione patriarcale della società e il maschilismo tossico e il mansplaining regnano sovrani), gli esseri umani (di sesso biologico maschile) si muovono come marionette e ragionano come Baby Bua e gli ambienti in cui si svolgono le loro azioni sono essenzialmente tre, come in un diorama (o in un catalogo di giocattoli): sede della Mattel, scuola, spiaggia.
Dal canto suo, Barbieland è un luogo i cui abitanti seguono un pensiero unico, sono super consumisti e hanno un approccio positivo posticcio alla vita.
Questo appiattimento totale ha finito per fiaccare il mio entusiasmo.
Gli sceneggiatori (Baumbach e la Gerwig) non sono riusciti a evitare il rischio (in effetti, difficilmente evitabile) tipico dei prodotti che cercano di smontare stereotipi con altri stereotipi.
O la cosa è stata voluta?
Com’è come non è, io meh.

Margot Robbie è Barbie fatta carne, perfetta sotto ogni punto di vista (cit.).
Ryan Gosling è un autoironico bietolone, perfetto anche lui, per fare quanto richiesto.

Poi, ci sono anche trecentomiliardidimilioni di citazioni e ventordicimila guest star, il che può essere divertente, all’inizio, ma – come dicevo – dopo un po’, il troppo stroppia.

P.s.: non è un film per bambini. Per favore, non portate i bambini a vedere Barbie, a meno che non siate disposti a spiegare molte cose, prima e dopo la visione del film. Non so cosa un under 14 potrebbe capire dei 2/3 dei dialoghi, senza un supporto o un confronto costruttivo con una persona più ferrata sugli argomenti, sui giochi di parole e sui doppi sensi del film.

6 commenti

  1. forseclaudio / 2 Agosto 2023

    La recensione che aspettavo, grazie.

  2. Amestista / 3 Agosto 2023

    Concordo, anch’io trovo che non sia adatto a un pubblico di bambini sotto diversi aspetti.

    • Stefania / 4 Agosto 2023

      @la-fata-delle-tenebre: temo che (in Italia, perlomeno) una parte di pubblico stia dando per scontato che, trattandosi di Barbie, questo sia un film per bambini e famiglie (come accade, da sempre, per esempio, con i prodotti di animazione).
      Negli Stati Uniti, il film è stato vietato ai minori di 13 anni: gli americani avranno le loro turbe, ma ci sono vari (ed evidenti) motivi, per cui hanno pensato di apporre questa limitazione.
      Secondo me, i mancati avvisi, in Italia, sono un punto a sfavore dell’ “educazione al cinema” (e alla fruizione di contenuti, in generale): ci vuole consapevolezza, quando si decide di approcciare un film (non parlo di massimi sistemi, ma almeno di cose come: chi ha diretto questo film? E come mai un “autore” di questo tipo ha deciso di fare un film su un giocattolo, proprio questo giocattolo? Ecc.).

      • forseclaudio / 5 Agosto 2023

        Penso che il problema principale del film stia proprio nel volersi accaparrare il pubblico più vasto possibile, senza preoccuparsi di mettere in scena una storia indirizzata a tutti nel suo complesso. Lo trovo un film abbastanza frammentato, composto da pezzi che vanno bene per un pubblico e pezzi che vanno bene per un altro, senza una vera armonia tra le due cose.
        Il risultato è che non penso arrivi per davvero ai bambini/ragazzini, mentre gli adulti si ritrovano una storia anche carina, ma farcita di momenti e personaggi a mio modesto parere superflui, nonché di intrattenimento e approfondimento pressoché nullo.

        • Stefania / 7 Agosto 2023

          @forseclaudio: “Penso che il problema principale del film stia proprio nel volersi accaparrare il pubblico più vasto possibile”: sicuramente, questo è ciò che hanno pensato i distributori in Italia. Poi, come dici, il film ha anche dei problemi, a monte.

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