Recensione su Bokassa - Echi da un regno oscuro

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LI MORTACCI, CE FOSSE UNO CHE SE GUARDA I DOCUMENTARI DI HERZOG xD / 4 Marzo 2013 in Bokassa - Echi da un regno oscuro

Errare humanum est, perseverare autem diabolicum.

Osservando l’Africa, volevo capire l’origine del nazismo in Germania.
Sono queste le parole di Herzog, ecco il secondo titolo del film: “Echi dal profondo” o “Echi da un regno oscuro”. La situazione post-coloniale, quella Africana, non è un argomento molto trattato nelle pellicole. Quello che ci viene presentato però non è solo questo, Echi dal profondo è un film sul significato del potere.

BOKASSA

Ammiratore del valoroso De Gaulle.
Apparentemente calmo, discreto ma dal carattere freddo e calcolatore dedito alla guerra, capitano dell’esercito francese. Diventa cittadino francese, è in Indocina per la guerra, si sente superiore agli altri neri poiché ha comandato i soldati bianchi. Il potere assoluto lo corrompe e diventa presidente a vita. E’ il 1° Gennaio 1966 con un colpo di Stato diventa Presidente della Repubblica Centrafricana. Imperatore della stessa dal ’76. Conosce bene il suo popolo ma al contempo lo disprezza poiché sente di essere superiore. Eccentrico, parla all’ONU, ricevuto dal Papa, il mondo lo accetta. Molti ritengono che Bokassa fosse malato di mente viste le sue stravaganze egoistiche. Nonostante egli fosse un dittatore di tutto rispetto, la Francia fu uno dei principali partner internazionali dello stesso. Padre di 56 figli/e partorite da donne di tutto il mondo (Dalla Cina alla Romania). Saranno loro, le donne, in primo piano, nella buona e nella cattiva sorte, nella vita del protagonista. Le immagini parlai chiaro, molte vennero sposate secondo il rito del matrimonio condiviso. Abbracciò la religione cattolica, l’islamismo e ancora la religione cattolica. Cannibale, dittatore, torturatore, mozzava le orecchie ai ladri, minacciava i ministri con un mitra, intimidiva i sostenitori di Dacko (Presidente prima e dopo Bokassa della Repubblica Centraficana, imprigionato per sette anni). Convinto di essere discendente dei Faraoni, di essere l’incarnazione di Napoleone. Nel 1990 Herzog dirige “Echi dal regno oscuro” un documentario incentrato sulla sua figura, attraverso interviste ad opera di Michael Goldsmith. All’epoca dei fatti egli venne imprigionato per un mese accusato di essere una spia per un fraintendimento, rischiava la pena capitale. Della serie “Shit Happenz”. La caratteristica della pellicola è quella di presentare interviste, immagini di repertorio a proposito l’incoronazione degna del migliore o peggiore Cesare, carrozze, vestiti eleganti, pubblico in giubilo, giornalisti che seguono la sua figura, dame e bambini. Si dice volesse essere incoronato dal Papa stesso (non avvenne ma notiamo la presenza di un vescovo nel video), una cerimonia da milioni e milioni di dollari che andò a colpire le finanze già precarie dello Stato. Musica, parata militare, la presenza di quello che sembra il figlio vestito da gerarca. Lo stile di vita dell’Imperatore dall’inizio all’apogeo, l’arrivo in tribunale, le due condanne a morte, la prigione, il continuo rapporto con la religione e il misticismo tanto da firmarsi Bokassa I come un apostolo.
L’accostamento alla religione l’ho trovato strano.
Verso il finale vi è l’intervista a l’uomo comune, dei pescatori che oscillano fra l’uccisione di Bokassa e chi invece sostiene:
“Gli volevamo bene ma ha massacrato, ha distrutto, ha ucciso persone, bambini, ha mangiato persone, ha fatto di tutto. E’ ancora vivo, in prigione, merita di morire lì”.
Un mito terrificante che si è spento nel ’96.

Note del Don
Michael Goldsmith voleva intervistare lo stesso Bokassa, il quale lo picchiò con un bastone prima di mandarlo in galera. Ciò non fu possibile e dopo le riprese andò in Liberia.
Si scoprì che fu prigioniero presso dei bambini soldato. Anche se fisicamente il tipo non era molto prestante, aveva coraggio da vendere. Fuggì e raggiunse Venezia (una piccola parte del film è girata in Italia) dove ci fu la proiezione del documentario.
Si spense dopo sole tre settimane di distanza.
DonMax

3 commenti

  1. yorick / 4 Marzo 2013

    Io li guardo, i documentari di Herzog, ma mi convincono sempre in parte. A questo ho dato 4 perché perché ultimo di una lunga serie di documentari herzoghiani piaciuti a metà, e insomma ero un po’ frustrato. A dire il vero, le premesse del documentario non sono delle migliori: Herzog-sociologo mi ha sempre fatto arricciare il naso, vuoi perché troppo moralistici i suoi documentari o vuoi perché fondamentalmente deja-vu, già visti. Questo, in particolar modo, riesce persino antipatico: d’accordo, vuoi capire il nazismo… ma allora vattene da dove sei venuto, eccheccazzo. Battute a parte, il totalitarismo è un’altra cosa (la Arendt dice che manco il fascismo era totalitario, figurati Bokassa), e disarticolare un personaggio dal proprio mondo mi sembra una mossa abbastanza azzardata. L’Africa è un continente che richiede studi ben più specifici di un uomo con la macchina da presa che vuole far presa sulle democratiche coscienze occidentali.

  2. DonMax / 4 Marzo 2013

    Hai citato la Arendt, m’hai fatto fare una risata alla “Vuoi capire il nazismo e vattene” xD.
    Sei il migliore.

    Purtroppo te ed io su Herzog la pensiamo diversamente, ci può stare.

  3. yorick / 12 Giugno 2013

    Okay, avevi ragione tu.

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