Recensione su Il cigno nero

/ 20107.41178 voti

Surreale, sorprendente / 24 Marzo 2011 in Il cigno nero

Credevo fosse un film sul mondo della danza classica (motivo per cui non volevo andarlo a vedere, perchè inorridisco alla vista dei tutù), invece è un film sulla psicologia di una donna, una ballerina. Infatti i temi di cui tratta, ovvero la sessualità negata – forse legata alla forte presenza della madre nella vita della protagonista, oppure dovuta agli eccessivi sforzi che la danza richiede – il doppio (e quindi il bene e il male), l’autopunizione, sono solo in parte legati alla danza. Nina infatti potrebbe anche avere un’altra professione e avere gli stessi problemi. Naturalmente la danza c’entra, in quanto METAFORA di un ambiente (come la famiglia) o di una società o di un mondo (dipende da come la si interpreta), che esercitano continuamente pressioni su una persona fragile e impressionabile come Nina. Così si trova a reagire, a vincere le sfide e le paure che si porta dietro dall’infanzia, insomma a crescere e a staccarsi definitivamente dalla madre, la quale vede nella figlia solo una “ricompensa” per aver dovuto lasciare la propria carriera di ballerina. Dopo incubi, ferite, droga e autoerotismo Nina sarebbe pronta per interpretare il cigno nero, ovvero l’essenza del male, la seduzione, la sessualità, l’abbandono dell’infanzia e adolescenza (e quindi della madre), ma non ha ancora fatto i conti con la ballerina che vede come rivale, suo opposto. crede di averla uccisa, ma in realtà uccide se stessa: involontariamente, forse, uccide quella parte di lei che doveva cambiare, in modo da potersi trasformare, finalmente, in cigno nero.

Lascia un commento