Soffio

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Soffio

Una donna, tradita ripetutamente dal marito, decide di incontrare un condannato a morte che ha tentato per l'ennesima volta il suicidio. La donna, che vede nel prigioniero un surrogato del marito, vive questi incontri come una possibilità di uscire dalla stato di prostrazione e solitudine in cui si trova.
lithops ha scritto questa trama

Titolo Originale: 숨
Attori principali: Chang Chen, Ha Jung-woo, Park Ji-a, Kang In-Hyung, Kim Ki-duk, Lee Joo-suk, Oh Soon-tae, Lim Hyung-kook, So Jae-Ick, Shin Taek-gi, Hwang In-jun

Regia: Kim Ki-duk
Sceneggiatura/Autore: Kim Ki-duk
Fotografia: Jong-moo Sung
Produttore: Suh Young-joo
Produzione: Corea del Sud
Genere: Orientale
Durata: 84 minuti

Dove vedere in streaming Soffio

Colorata artificialità / 15 Marzo 2013 in Soffio

Soffio è la storia di due solitudini che cercano di salvare se stesse tramite un’insana relazione “macchinosa”, più che passionale.
Un rapporto quasi privo di comunicazione, nato dall’esigenza, dalla necessità di estraniarsi, di redimersi dalla triste vita che è costretti a vivere.

E’ la storia di uomini che riempiono spazi vuoti, cercando di crearsi nell’Assoluto un proprio habitat. Chi lottando contro l’assenza di speranze future e chi, pur avendo apparentemente tutto, percorrerà la via dell’abbandono e della ribellione per un po’ di gratitudine e/o gratificazione.

Soffio predilige gesti sfuggenti e sguardi lucidi, riducendo all’osso il parlato.
Kim Ki-Duk si ciba di simbolismi, di inquadrature impeccabili, di diversi piani interpretativi e di colonne sonore che farebbero sciogliere anche il cuore più gelido.

Soffio è un muro di domande senza risposte. Di infiniti silenzi e di assenze. Di comunicazione inesistente. Di basi esistenziali crollate. Di sofferenza e di morte, mai stata proposta più poetica di così.

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13 Settembre 2012 in Soffio

E il tempo scorre, con esso le stagioni ma…si può anche essere in grado di manipolarle e farle susseguire a nostro piacere.
E’ fatto di simbolismi, significati nascosti nelle immagini e nei gesti.
Magiche le inquadrature.
E’ condito alla perfezione e se aguzziamo un pò la vista troviamo gli accenni di realtà-il regista stesso è un pò “il capo del carcere” che oltre a guardare dall’esterno le vicende cerca di condizionarle e limitarle.
E’ un gioco di attesa e di scoperta. L’attesa del Momento e la scoperta di sè stessi e di ciò che si desidera.
La rappresentazione della morte non è mai stata più elegante.

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Dal regista vincitore del Leone d’oro 2012 / 8 Settembre 2012 in Soffio

Bello, un film fatto di assenze e di silenzi, di ciò che non c’è più di ciò che c’è, di redenzioni avvenute o forse solo desiderate.
Buon viatico alla visione di “Pietà”, vincitore a Venezia 2012.

e niente primavera / 5 Ottobre 2011 in Soffio

Artificioso, di plastica, freddo e pilotato, inutile tentativo di imitare se stesso, da fiction, ne hanno dette tante su questo film ( e sul successivo Dream) che il povero Kim si è quasi ammalato.
A me questo film è piaciuto. È normale, fisiologico quasi, che un artista, un regista rifaccia più o meno la stessa opera, citi se stesso, tratti i suoi soliti argomenti. Deve essere così, se quel regista ha qualcosa di originale da dire e non sia un mestierante come tanti.
In soffio, oltre a citare “Estate, inverno..” e soprattutto “Ferro 3”, prende anche un po’ in giro il suo ruolo di regista, identificandosi con il direttore del carcere, sadico e voyeur. Poetici e originalissimi i siparietti musicali e pittorici organizzati in carcere dalla protagonista.

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