4 Recensioni su

The Night Of

/ 20168.060 voti

Intrigante ma inconcludente / 22 Giugno 2021 in The Night Of

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Una di quelle serie che immaginavi in un modo…e si sviluppa in un altro.
Pensavo che dopo la prima puntata ci sarebbe stato tutta l’indagine a ritroso fino al colpevole invece mi sono ritrovato più davanti a una serie di denuncia, molto didascalica e forse anche un pò spocchiosa.
I due protagonisti, Ahmed e Turturro sono formiidabili e la regia è sapientemente precisa e metodica.Alla fine mi sono ritrovato col più classico dei nulla di fatto, con un finale aperto che più aperto non si poteva. Peccato, perchè finalmente veniva proposta una NY diversa da tutti i clichè a cui siamo abituati: scordatevi Times Square o Central park, niente ristoranti di lusso e personaggi patinati e leccati. Scordatevi anche gli avvocatoni tipo Suits . Qua la città è torbida, sporca e angusta…gli avvocati sono avvoltoi che si aggirano per le stazioni di polizia, “in caccia”…ed hanno anche problemi tanto comuni quanto imbarazzanti, tipo allergie ai gatti o eczemi fastidiosi nonchè ripugnanti.
Tutto molto bello, intrigante …ma che non porta a niente, alla fine.
Ci si ritrova con la solita pappardella di quanto il sistema giudiziario e carcerario sia ostile, sia pregiudizievole…che tutte le poliziotte e le guardie carcerarie sono nere…che i lavori sporchi sono per i neri e i bianchi non vengono presi in considerazione…Insomma, c’è tutta la baracca anti-razzista che potete immaginarvi. E mi sta anche bene, sono messaggi culturali importanti…però fino a prova contraria ci sarebbe anche una serie da concludere, altrimenti si poteva fare un documentario, no?
Alla fine il 6 glielo do perchè per 8 puntate mi ha appassionato e intrigato, fra spunti di cultura , indagini intrecciate e alterni momenti grotteschi / tragicomici.
Resta una superba serie noi recitata da Dio…ma sappiate che non vi porterà a niente e se volevate un colpevole certo, rimarrete delusi. Ve lo dico subito.

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Bellissima miniserie! / 17 Dicembre 2020 in The Night Of

Bellissima miniserie con un grande turturro. 8 puntate di un ora circa. Non molto conosciuta e pubblicizzata ma da vedere assolutamente

UN NOIR CONTEMPORANEO / 19 Aprile 2017 in The Night Of

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

In una New York cupa a tinte noir, un ragazzo universitario Nasir Khan, detto Naz di origine Pakistana, si mette nei guai.

Il pilot di questa serie è tra i migliori mai visti, un piccolo capolavoro.
Durante i 78 minuti si percepisce, in un clima di tensione e di angoscia che le scelte di Naz non gli faranno trascorrere la serata tranquilla a cui aspirava.
Arrivando al capolinea del pilot compare; tardivamente, John Turturro nel ruolo di Jack Stone, un avvocato di bassa lega fortemente caratterizzato. Quest’ultimo sarà un’ancora di salvezza, un punto riferimento, per Naz negli episodi a seguire.

La serie apre una riflessione sulla macchina legislativa e burocratica dei tribunali americani, offrendo una panoramica delle carceri con la sua gerarchia interna.
Viene, in oltre, affrontato il tema dei pregiudizi e del disagio all’interno della comunità pakistana, di cui fa parte la famiglia di Naz.

Una serie per chi ama i gialli, i polizieschi e le atmosfere underground.

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Il terribile peso dei pregiudizi inquisitori / 28 Dicembre 2016 in The Night Of

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Ciò che mi ha colpito positivamente di questa miniserie, è la rappresentazione della macchina giudiziaria statunitense, mostrata -forse- nella maniera più impietosa possibile: tra pregiudizi, errori di valutazione, leggerezze durante le indagini, corruzione e varie violenze matematicamente impunite all’interno delle carceri, solita (e ormai insopportabile) sicumera tipica dei processi in tribunale, The Night Of non sembra temere di dipingere il complesso di procedure giudiziarie e legali a stelle e strisce come un baraccone in cui le eccellenze e i buoni propositi esistono, ma restano intrappolati in una serie di “antipatiche” maglie procedurali su cui pesano pregiudizi sociali che assumono un ingovernabile peso inquisitorio.

Tolto questo, la buona descrizione d’ambiente e le ottime interpretazioni dei protagonisti (John Turturro e Riz Ahmed), The Night Of mi è piaciuto, senza -però- conquistarmi del tutto, complici una serie di leggerezze e incongruenze narrative che, seppur considerate nell’ottica “critica” della miniserie, mi hanno lasciato perplessa: in particolare, mi ha stupito negativamente il fatto che, durante tutte le indagini, non venga mai (dico, maimaimai) preso in considerazione il fatto che, a dispetto dei litri di sangue sparsi con schizzi chilometrici nella camera teatro dell’omicidio, l’accusato non si sia sporcato neppure un po’.
Non si tratta solo di un “errore del sistema”, che condanna subito e a priori il principale sospettato, ma di una falla della sceneggiatura: nessuno, narrativamente parlando, fa presente un dettaglio fondamentale dei racconti di genere, né l’accusato, né alcuno dei suoi avvocati. Incredibòl.
Vittima di questo vizio narrativo, è scemato via via anche il mio entusiasmo nei confronti della costruzione altrimenti molto interessante del carattere del protagonista e della nascita della vicenda: il pubblico tende a parteggiare per il giovane Naz, perché assiste con lui alle evoluzioni della fatale serata. L’assunto è: credere a ciò che si vede, finché lo si vede. Lo spettatore assiste a specifici momenti della notte brava di Naz e ciò discorda sensibilmente rispetto a quello che afferma l’accusa (es. l’adescamento in stile serial killer, ossia pianificato, della vittima), però anche al pubblico manca la descrizione del momento dell’omicidio e le ombre che piovono sul protagonista fanno nascere leciti dubbi sulla sua innocenza. Peccato che la citata assenza di sangue cancelli proprio tali succosi e stimolanti dubbi.

Ad ogni modo, The Night Of è un prodotto televisivo rimarchevole per qualità estetica e ritmo, che, complice la bella rappresentazione di varia umanità di cui l’eccellente prova di Turturro è l’apice, tanto mi ha ricordato un certo “cinema metropolitano” nordamericano degli anni Settanta (magari, l’esempio è campato per aria, ma, guardando questa miniserie, ho pensato e ripensato spesso a film come Serpico di Lumet).

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