Recensione su Invictus

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17 Maggio 2013

La prima parte del film, di carattere politico, in cui domina la grande figura di Freeman-Mandela, l’ho apprezzata molto. Vediamo come Mandela abbia tentato di usare il rugby come arma per portare il paese alla riconciliazione tra popolazione bianca e nera, anche a costo di scontrarsi contro la sua stessa parte politica. Per un bene duraturo il desiderio di vendetta, nonostante le tante angherie che i neri avevano subito, andava accantonato. Tramite il perdono e la riconciliazione, Mandela e i suoi avrebbero dimostrato la loro superiorità. Il rugby si rivela lo strumento più funzionale alla campagna di Mandela, per la sua capacità di attecchire ai cuori della popolazione, e sarè più effiacie di qualsiasi discorso altisonante.

Più deludente invece la 2° parte. Qui troviamo un algido Damon che ha il compito di vincere una partita nonostante la netta inferiorità atletica della sua squadra, il che da una fastidiosa sensazione di déjà vu… come se ricordasse qualche altro film (forse qualche altro migliaio), chissà perchè…

Complessivamente Eastwood ha fatto comunque un lavoro discreto. Freeman riesce a trasmttere in modo straordinario lo stesso spirito che animava Mandela in quegli anni, e insieme a lui anche il suo superbo doppiatore: Renato Mori.

In fondo mi è quasi dispiaciuto dargli un 7, anche per la sua testimonianza storica, ma una certa banalità serpeggiante in tutto il film, che emerge con forza nella seconda parte, non mi permette di regalargli una mezza stellina in più.

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