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Viva Zapata!

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Brando-Kazan colpiscono ancora / 13 Maggio 2016 in Viva Zapata!

Non sono molti i film che possono vantare una sceneggiatura scritta da un premio Nobel per la letteratura. Steinbeck, a dire il vero, otterrà il riconoscimento dieci anni dopo Viva Zapata!, ma la sostanza non cambia.
A un anno di distanza dal successo di Un tram che si chiama desiderio, la celebrata coppia Kazan-Brando si riunisce in questo biopic storico in cui si raccontano gli avvenimenti della rivoluzione messicana degli anni Dieci del Novecento, attraverso le gesta di uno dei suoi protagonisti fondamentali, il generale Emiliano Zapata.
È una pellicola intrisa di una certa retorica, che tuttavia non si discosta più di tanto dai fatti reali occorsi in Messico in quegli anni e dalle idee che vi circolavano.
Una grande fotografia, in uno di quei bianchi e neri così ben riusciti che tenevano testa più che egregiamente alla diffusione delle pellicole a colori, fronteggiandone l’ormai imminente monopolio.
Ottima l’interpretazione di Anthony Quinn, che vinse l’oscar come miglior attore non protagonista, e di Marlon Brando, che si preparava a vincere la sua statuetta di lì a qualche anno nel terzo e ultimo film che girerà con Kazan, il mitico Fronte del porto. La somiglianza di Brando con il vero Zapata è tutto sommato ben replicata, grazie anche alla bravura dell’attore nell’imitarne lo sguardo (nella scena iniziale, in particolare, l’attore di Omaha dimostra subito di che pasta è fatto, nonostante la giovane età e la relativa poca esperienza).

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16 Ottobre 2013 in Viva Zapata!

Reforma, Libertad, Justicia y Ley.
VIVA ZAPATA !

Diretto da Elia Kazan il film è ambientato nel Messico dei primi del Novecento.
E’ Porfirio Diaz a governare il Paese, un uomo che da trent’anni dirige lo Stato Centro-Americano in modo personalistico. Una figura controversa paragonabile a un dittatore.
In questo periodo il Messico vive una fase tanto controversa quanto la figura che lo domina.
Sviluppo economico da un lato, mancanza dei diritti, per i contadini in primis, dall’altro.
Ricchi e potenti facevano la bella vita a discapito dei peones.

Ecco emergere Zapata, interpretato da Marlon Brando adattissimo alla parte ma con dei baffi ridicoli, un uomo del popolo, uno che si è fatto da solo. Egli è la persona giusta al momento giusto.
La voce dei poveri peones oppressi dai grandi proprietari terrieri. Zapata è di animo nobile, nobili sono le sue origini, e pur essendo un buono non ci va per la leggera. Il Messico doveva diventare un paese più giusto, la via che scelse consisteva nella lotta armata. Il primo obiettivo di questa ? La terra ai contadini, senza scordare naturalmente leggi degne di una Democrazia, Riforme e Giustizia.
Secondo Zapata, per ottenere tutto questo, si doveva esser pronti a combattere. I contadini dovevano difendersi, per la vita legata alla terra prima e per un Messico migliore poi. Insomma il tirannicidio diveniva lecito (tirannicidio che non avvenne, Diaz si esiliò volontariamente in Francia).
Egli in poco tempo passa da semplice e povero peone a simbolo della Rivoluzione.
Un grande film che lascia spazio alla superstizione dei nativi del luogo (bellissima la scena finale del cavallo bianco/Zapata sul monte) e soprattutto lascia spazio alla figura del fratello del nostro eroe, interpretata da Anthony Quinn.

Il potere, logora chi non ce l’ha. Logora tutti tranne Zapata.

DonMax

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